La facoltà di non rispondere.

di rubrica CiminnAttiva
Il primo question time (o interrogazione parlamentare) della storia è avvenuto nel Parlamento inglese, culla della democrazia parlamentare così come la conosciamo noi,  il 30 aprile 1969.
Certo la Sicilia vanta il Parlamento più antico d’Europa, che tuttavia si è distinto per pratiche che poco hanno a che fare con la trasparenza dell’azione amministrativa e ancora meno  con la democrazia vera.
Nonostante la giovane età, il question time è oggi ritenuto uno strumento importante da tutti i politici illuminati, ed è stato adottato da tutti i parlamenti e da tutti i consessi elettivi europei e italiani.

Per trascinamento lo strumento delle interrogazioni e delle interpellanze, è arrivato ad essere adottato anche nei consigli comunali dei piccoli comuni come il nostro; nei consigli comunali si chiamano interrogazioni o interpellanze consiliari.

Quindi anche a Ciminna il regolamento consiliare consente ai consiglieri comunali di presentare interrogazioni e interpellanze al sindaco e agli assessori, per chiedere chiarimenti circa le scelte e i fatti amministrativi.
C’è una sostanziale differenza tra l’interrogazione e  l’interpellanza.
L’interrogazione: è uno strumento di sindacato ispettivo che consiste in una domanda scritta di uno o più consiglieri che  puo essere rivolta al sindaco a ad un assessore, per sapere se un fatto sia vero, se qualche informazione sia arrivata al sindaco o se sia esatta, o ancora se il sindaco intenda comunicare al consiglio documenti o notizie, oppure abbia preso qualche provvedimento su un dato fatto.
L’interpellanza: è una domanda scritta da uno o più consiglieri su aspetti generali della condotta politica della Giunta e quindi va rivolta all’intero organo di governo comunale, cioè la giunta.
Anche a Ciminna i consiglieri comunali si avvalgono di questi strumenti.
Personalmente credo che questo strumento sia molto utile sia ai consiglieri che al sindaco e agli assessori, perché dà la possibilità agli uni e agli altri di far conoscere o di spiegare meglio fatti e scelte amministrative e quindi consente ai cittadini di approfondire le ragioni e la fattispecie delle vicende amministrative. In ultima analisi è uno strumento che consente a chi ci amministra di spiegare meglio ai cittadini la propria azione politico/amministrativa.
Se questo strumento non viene usato nella giusta maniera evidentemente gli amministratori non  rispettano i cittadini e non sono democraticamente maturi.
Precedentemente avevo assistito a due sedute del Consiglio Comunale, durante i quali si erano svolte alcune interrogazioni, dalle quali i consiglieri interroganti non sono mai riusciti a cavare un ragno dal buco, fondamentalmente le risposte degli amministratori interrogati sono sempre state evasive e talvolta fuori tema.
Pare che al Sindaco manchi la consapevolezza di cosa sono e perché sono state istituite le interrogazioni consiliari.
Il sindaco infatti mostra una trasparente irritazione a rispondere alle istanze dei consiglieri, come se fosse interrogato su fatti personali.
Pare che il sindaco non abbia piena consapevolezza, che lo scopo dell’interrogazione è quello di chiarire taluni aspetti delle sue  scelte amministrative e che inoltre gli dà la possibilità di esplicitarne le ragioni, non tanto agli interroganti ma ai cittadini per conto e per l’interesse dei quali i politici dovrebbero operare.
Ieri sera su alcune interrogazioni trattate, il sindaco si è (mutuando un termine maggiormente usato in altri contesti) avvalso della facoltà di non rispondere, suggerendo al consigliere interrogante di andarsi a leggere le risposte nei documenti del comune, aggiungendo che questi sono pubblici.
C’è da restare basito.
Perché questo atteggiamento al limite dell’omertà? Cosa c’è da nascondere, a maggior ragione che i documenti (come dice lui stesso) sono pubblici?
Ritengo profondamente sbagliato chi il sindaco assuma una tale condotta.
Il consiglio comunale, per un comune, è la sede dove si amministra la cosa pubblica locale nell’interesse di tutti e nella massima trasparenza e collaborazione,  dove il sindaco non può dire: non voglio rispondere vada a leggersi le carte che sono pubbliche. Ma dove siamo? Chi amministra è tenuto a dare conto del prorpio operato anche rispondendo alle interrogazioni consiliari.
Voglio anche esprimere la mia opinione sull’operato dei consiglieri di minoranza, nella fattispecie della gesione delle interrogazioni da loro presentate, devo dire con franchezza che lo trovo poco efficace e per certi versi e in alcuni frangenti strumentale.
Chi come me, ha ascoltato le risposte degli amministratori interrogati, ha solo capito che questi non hanno risposto o che hanno dato risposte evasive, fuorvianti e parziali, quindi il cittadino sull’oggetto dell’interrogazione, all’oscuro era nel momento in cui è entrato per assistere alla seduta di  consiglio e all’oscuro è uscito quando il consiglio si è concluso. Quindi la missione del consigliere che ha prodotto l’interrogazione può dirsi fallita al 100%, tranne che lo scopo della missione, non fosse quello di alzare inutili polveroni, cosa che non credo.
Io penso che i consiglieri interroganti, non debbano limitarsi a ritenersi insoddisfatti della risposta del sindaco o dell’amministratore interrogato oppure a fare polemica, bensì, considerato che tutti gli atti della giunta, del sindaco e dei capi area sono pubblici, i consiglieri interroganti devono entrare in aula conoscendo pienamente la verità sull’oggetto dell’interrogazione consiliare, in modo da ristabilire, in sede di replica, la verità (se non fosse stata detta) oppure di dire quello che l’amministratore interrogato ha omesso o non ha voluto dire. Perchè il fine prinipe dell’interrogazione è fare emergere la verità sull’oogeeto trattato.
Le interrogazione così svolte sembrano solo una pratica fine a se stessa, finalizzata allo scontro e alla polemica, e credetemi cari amministratori di maggioranza e di minoranza, che i ciminnesi di scontri e di polemiche ne hanno piene le scatole, soprattutto in questo periodo.
Insomma io credo che quello che non dice l’amministratore interrogato lo deve dire l’interrogante, se poi l’amministrazione dovesse porre ostacoli al consigliere nel reperire le necessarie notizie allora sempre  il consiglio è la sede propria per denunciare eventuali atti di ostruzionismo.
Entriamo adesso nel merito di un paio delle interrogazioni trattate ieri sera.
Per quello che riguarda la prima interrogazione, presentata dal consigliere di minoranza Francesco Faraci, onestamente non ho capito bene a cosa mirasse, o meglio posso supporre che molto probabilmente mirasse a conoscere la verità sulle voci che da tempo si rincorrono in paese, circa una mega bolletta di un telefono cellulare in uso ad un amministratore della passata amministrazione, dall’ammontare di alcune migliaia di euro pervenuta al comune.
Mi sento di suggerire al consigliere interrogante che se  lo scopo era quello di fare chiarezza circa  l’esistenza o meno di questa bolletta, allora lui doveva già esserne in possesso e mostrarla ai consiglieri e ai cittadini presenti. Se lo scopo dell’interrogazione era un altro allora lo espliciti meglio perché credo che non lo abbia capito nessuno, tanto più che non c’è stata una vera e propria replica alla risposta del sindaco.
Un’altra interessantissima interrogazione è stata presentata dal capogruppo di minoranza Salvatore Mannina, che chiedeva  di conoscere la situazione finanziaria del comune.
Anche qui abbiamo assistito al gioco delle tre carte: questa vince questa perde, alla fine di sicuro ha perso la chiarezza e la trasparenza, perché sulla situazione finanziaria del comune ne sappiamo esattamente quanto ne sapevamo prima. Anche qui atteggiamenti omertosi, evasivi e fuorvianti da parte di tutti gli attori in scena.
L’unica novità certa è che  l’assessore al bilancio Gino Sarullo, dopo 6 mesi dall’insediamento ancora brancola nel buio circa l’esistenza o meno di debiti fuori bilancio. Ma chi lo deve conoscere il bilancio, il custode del cimitero, o il giardiniere del comune? Ma che ha fatto fin’ora l’assessore Sarullo a parte scoprire che si dovevano aumentare le tasse e le tariffe?
Se diamo per vero che il sig. Sarullo non conosce se ci siano o meno debiti fuori bilancio, per trascinamento possiamo affermare che egli brancola nel buio anche  sulle condizioni generali del bilancio comunale. Perchè uno il bilancio o lo conosce tutto o non lo conosce affatto.
Ma qui i conti non mi tornano più, perchè  badate bene che stiamo parlando dello stesso assessore Sarullo, (non di un suo omonimo) che nel consiglio comunale scorso, quello della mattanza delle finanze delle famiglie ciminnesi, dove sono state aumentate tutte le tasse e le tariffe, ci aveva detto che se il consiglio comunale non avesse approvato gli aumenti, il comune sarebbe andato in dissesto finanziario.
Quindi possiamo affermare senza tema di smentita che l’assessore al bilancio conosce il bilancio solo quando gli conviene e deve minacciare catastrofi, mentre quando si tratta di dire la verità sui debiti fuori bilancio, allora si converte anche lui all’omertà politica, allora non sa nulla di bilancio, allora  dice che  attende che gli uffici chiariscano.
Sulle ragioni vere  di questo ridicolo gioco delle parti, siamo di fronte al segreto di Pulcinella.
La verità vera è che  tutti i protagonisti principali di questa amministrazione hanno le mani legate, ma  chi fa la figura peggiore in quanto assessore al bilancio è Gino, che sconta più degli altri, quello che io ho definito  il peccato originale della politica ciminnese.
L’assessore al bilancio è costretto a mantenere un atteggiamento “prudente” e ad esibirsi in una spettacolare quanto improbabile arrampicata sugli specchi, per non irritare l’ex sindaco che adesso è assessore nella sua stessa giunta, e cosa ben più grave, per la tenuta della maggioranza consiliare, è anche consigliere comunale.
Ma l’interrogante nella sua replica purtroppo fa cilecca.
Anche su questa interrogazione  la replica del  consigliere interrogante è stata, a mio giudizio, poco efficace.
Io credo che il consigliere Mannina doveva portare in consiglio le carte e i documenti necessari a fare chiarezza,  doveva dire come, quanto e perché esistono i debiti fuori bilancio, insomma se la chiarezza non viene dalla maggioranza (per ovvi motivi), allora deve venire dalla minoranza, altrimenti meglio non fare più nessuna interrogazione. Un’altra occasione persa. Attendiamo con pazienza.
Scusate adesso una esternazione personale e poi  mi taccio (come dicono i colti); molti amici mi chiedono chi me lo fa fare, perché perdo il mio tempo appresso a queste cose, che tanto niente cambierà mai.
A questi amici rispondo da qui dicendo che tutto è già cambiato, non per merito mio certamente, ma per merito dei tanti che hanno creduto e credono che una classe politica migliore è possibile, da parte mia voglio dare il mio contributo a fare in modo che anche a Ciminna si possano avere in futuro amministratori che operino in maniera diversa e che non abbiano le mani legate, mi stava scappando di dire una classe politica  giovane, ma ormai quando cerco di dire questa  frase mi mordo la lingua in automatico.

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