Trigesimo della dipartita di Nino La Vigna

Ninu GravinaFTAd un mese del ritorno di Nino nella Casa del Signore, corre l’obbligo di fare alcune riflessioni: molta compostezza, molta partecipazione, chiesa stracolma,  fiori abbondanti.

Le macchine, che nei cortei funebri hanno un primario ruolo, sono state assenti in questa occasione!

Niente macchine, selvaggiamente posteggiate nel largo dei Cappuccini, in attesa dell’arrivo del corteo; niente macchine a seguito; carro funebre vacante; gente che sbucava da tutte le strade per unirsi al corteo. Tutto compiuto “PEDIBUS CALCANTIBUS” , si è trattato di un “ACCOPAGNAMENTO”, di un”OSANNA”, di un “TRIONFO”.

E’ stato il tocco finale, l’ultima pennellata ad un quadro d’autore!

Ma chi era Nino La Vigna?

Era il personaggio, la creatura che ciascuno di noi aveva adottato per silenzioso incarico e che, a sua volta, ci ripagava col suo involontario servizio, da tutti gradito, di anticipazione degli eventi religiosi, quasi a volerci dire: “PREPARATEVI” a questa feste: Corpus Domini, Settimana Santa, San Vito, Natale, S.S. Crocifisso, Prima Comunione, feste della Madonna.

In  Nino, la comunità di Ciminna, ha visto la creatura di cui parla il Vangelo. Quella creatura che non semina, non  zappa,  non miete, come ” gli uccelli dell’aria”, eppure mangia e si veste.

La mattina  si vedeva di buon’ora in Piazza dove veniva a fare la sua colazione al Bar offertagli dal titolare; all’ora di pranzo si sentiva un suono di tegame per le strade dove puntualmente metteva il pranzo offertogli da qualche famiglia.

Un gruppo di donne ne curava l’igiene personale e la pulizia della casa.

Un barbiere, ogni domenica, avendo cura di portargli la colazione, andava a fargli la barba e quando lo richiedevano, a tagliarli i capelli.

Ma chi era questa persona?

Non era un professionista, così come non era un politico, né, tantomeno, una persona della nostra società con la quale ciascun cittadino deve rapportarsi per motivi sociali e dai quali rapporti, automaticamente, nascono: dipendenze, relazioni, gratitudini e motivi di scambi.  

Cioè Nino era fuori da quella fittissima rete di beni e di servizi dove l’uno serve all’altro e ne riceve un bene. Egli era quella creatura, affidataci, dopo la morte della mamma Carmela, dalla Provvidenza.

E tu Ciminna hai assolto con lode i tuo compito e, per dirla col poeta, “NE ISTI SUPERBA”.!!!

Dobbiamo anche dire che  ci sono state anche persone indifferenti, qualcuna anche disumana, ma son sicuro che ne  avranno ricevuto motivo di ravvedimento, pentimento e di conversione.

 

Ciminna 09/04/2013

 

Nicolò Barone

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