9 Maggio 1978, ricordare un eroe non basta

di Agorà Ciminna

cento passi

E’ nato nella terra dei vespri e degli aranci. La nostra terra! In un paese non molto lontano dal nostro, nella nostra stessa provincia.

Eppure si ha la sensazione di essere lontanissimi da quella realtà, di vivere in un luogo dove le cose vanno meglio, in una terra che non ha bisogno di eroi. L’omicidio di Peppino sembra quasi non appartenerci, come se lui si fosse impegnato semplicemente nella lotta della criminalità organizzata del suo comune, Cinisi. Pensando addirittura che tutti gli altri paesi compreso il nostro fossero estranei a quel tipo di sistema.

Nel mese di maggio ricorderemo anche la strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Falcone, la moglie e la scorta. Il calendario è ricco di eventi commemorativi che si susseguono nei mesi entrando ormai a far parte, in un certo senso, della tradizione siciliana. Come ogni anno a Cinisi si svolgerà il corteo dalla sede di Radio Aut (Terrasini), fino alla casa memoria di Cinisi in cui viveva la famiglia Impastato a cento passi dell’ex casa del boss Badalamenti “Tano Seduto”.  All’iniziativa di oggi parteciperanno anche i sindaci e gli amministratori schierati contro la criminalità organizzata.

Ma dopo le giornate del ricordo, dalle nostre parti si discute e si dibatte di mafia? Peppino e le altre vittime sono degli eroi da ricordare o degli esempi da seguire?

Non ci poniamo questi interrogativi perché contrari ad ogni forma di ricordo, anzi. Vogliamo solo approfittare di questa data importantissima per la storia italiana, per lanciare un messaggio alle nuove generazioni. Non parlate della mafia come qualcosa di astratto da leggere nei libri, come una realtà immaginaria di un film interessante. La mafia non è semplicemente un fatto da ricordare durante ogni commemorazione. Il nostro è un tabù che va sfatato affrontando l’argomento ogni giorno, anche quando per fortuna in quella data non ha perso nessuno la vita per la propria terra. Solo parlando di mafia come di una cosa non astratta, si può veramente continuare il lavoro intrapreso da Peppino. Solo parlando ogni giorno di mafia riusciremo a far si che la criminalità organizzata non si mimetizzi con la nostra realtà apparendo quasi assente o inesistente. Bisogna gridare che la mafia è una montagna di merda per aver la consapevolezza che la mafia esiste e deve essere vinta per il bene della nostra terra.

La morte di Peppino non è un punto di arrivo per la mafia. Uccidendolo i mafiosi non si sono tolti di mezzo un tizio scomodo. PEPPINO E’ VIVO!  Adesso più che mai Peppino è vivo e sono i nostri occhi a far leggere la voglia di cambiamento, la voglia di lottare per una giustizia e una condizione sociale migliore. Impegniamoci per far si che il sacrificio di molti non sia vano e riuscire a regalare ai nostri figli una terra migliore da quella ereditata dai nostri padri.

Vi proponiamo inoltre un corto di Andrea Satta, tratto dall’esperienza avuta a Cinisi, realizzato con la regia di Licio Esposito e con le illustrazioni di Marta Del Prato. Il corto si chiama «Munnizza». Vi si sente, fra l’altro, ed è molto emozionante, la voce di Peppino Impastato nelle registrazioni di Radio Aut. Il corto, prodotto con la collaborazione di Casa memoria, sarà presentato il 28 giugno a Senigallia, insieme a «Libera», da quel momento sarà distribuito e i proventi andranno alle iniziative antimafia. In preparazione sono anche le cartoline con 100 parole per ricordare Peppino.

Oggi per 24 ore, si può vedere il corto in anteprima sul canale youtube dell’Unita.it (guarda il video in basso)

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