La luce del sole è il miglior disinfettante, anche nella terra di nessuno.

di ciminnAttiva

sole-e1310196574574La luce del sole è il miglior disinfettante, diceva qualcuno.
Questo detto è usato in molti contesti, e molto spesso è usato nelle dinamiche relazionali tra governati e governanti nei regimi democratici.
Usato in quel conteso, questo aforisma  vuole significare che la democrazia si nutre di trasparenza e informazione, che non sono consentiti coni d’ombra al riparo dei quali i governanti possano occultare dati importanti per la partecipazione consapevole dei cittadini alla vita della nazione e per le loro scelte politiche.
E’ comunque ormai universalmente accettato, dai cittadini di ogni nazione democratica, che alcune informazioni possano restare segrete o comunque nella disponibilità solo di pochi, evento giustificato da questioni di sicurezza nazionale, di rapporti con gli altri governi o anche di interessi economici strategici per i Paesi.
Oggi comunque pare che molti segreti importanti siano diventati i classici segreti di Pulcinella, perché nella disponibilità di molti direi addirittura di troppi, e soprattutto nella disponibilità di semplici impiegati dei vari servizi segreti. Il modo stesso di raccogliere informazioni, di condividerle e di archiviarle attraverso le reti create dalle nuove tecnologie, rende vulnerabile e accessibile l’intero sistema. Se questo inarrestabile nuovo corso sia positivo per la vita democratica delle Nazioni e per la vita dei cittadini è ancora da scoprire, per intanto sappiamo che siamo di fronte ad una rivoluzione.
Abbiamo visto cosa è accaduto con le vicende Wikileaks, piuttosto che con l’affair Vaticanleaks, fino alle ultime rivelazioni sul sistema che gli USA hanno messo su per spiare l’intero pianeta.
Tuttavia è evidente a tutti che il rapporto tra spiati e spioni è assolutamente sbilanciato a favore dei secondi, i quali hanno la possibilità di usare mezzi e soldi pagati dai cittadini per spiarli.
Da rilevare che i fatti succitati mostrano che le maggiori e le più importanti rivelazioni di dati e informazioni raccolte dai servizi provengono dagli USA. Che di certo è la potenza economico/militare che più di ogni altra raccoglie informazioni sensibili.
Tuttavia non basta la quantità a giusticare che la maggior parte delle informazioni segrete rivelate provengano da quel Paese.
Io credo che non sia un caso o una questione di quantità in percentuale, che molte rivelazioni sulle attività dei servizi provengano dagli USA, credo infatti che questo è più facile che accada in quella società, proprio perché li esiste una forte identificazione tra interesse del cittadino e interesse della nazione.
Il cittadino americano ritiene sia suo dovere assolvere, per quel che può, ad una sorta di obbligo morale e civico che sente di avere nei confronti della sua Nazione, obbligo che lo porta a compartecipare attivamente sia sulle piccole cose, che alla funzione ben più importante di controllo sulla Cosa Pubblica ed essere vigile sui pericoli interni ed esterni che corre la sua Patria.
Questo sentimento lo porta a volte anche a decidere di condividere a mezzo stampa quello che sa anche a costo di correre qualche  rischio.
In Italia certamente non è così, da noi non esiste nessuna sensibilità che ci porta a percepire i punti di contatto che certamente esistono tra interesse privato e pubblico, e quindi non esiste nel nostro sentire nessun sentimento civico di partecipazione al buon andamento e al corretto funzionamento delle nostre Istituzioni.
Quindi fondamentalmente, da noi  non esiste il rischio che qualcuno metta a repentaglio i proprio interessi e la propria incolumità personale rivelando informazioni raccolte in qualità di privato cittadino fossero queste perventue a lui per caso o attraverso un’azione consapevole.
Noi vediamo lo Stato come qualcosa distante e distinta da noi e dalle nostre esistenze e sempre più spesso lo percepiamo come nemico dei nostri interessi privati anche leciti.
Spesso facciamo l’errore d’identificare le istituzioni con le persone che le rappresentano e questo, soprattutto negli ultimi anni, ci ha fatto maturare la certezza che lo Stato ha la faccia dei boiardi e dei politici che hanno saccheggiato tutto il saccheggiabile e ridotto quella che fù la 5 potenza mondiale a rischio di default e di povertà.
Il risultato di questa distanza tra interesse privato e pubblico si manifesta in mille modi nella vita di tutti giorni, molti sono gli esempi che vanno dal non chiedere lo  scontrino al non lamentarci se troviamo una strada bloccata illecitamente.
E’ quindi ovvio e  naturale che questo modo schizofrenico di essere cittadini abbia degli importanti riverberi e ingerenze nel fatto che abbiamo avuto innumerevoli esempi di uso deviato dei servizi e delle istituzioni democratiche.
Voglio con questo significare che se un italiano, da privato cittadino, vede lo Stato come un nemico o nel migliore dei casi come un limone da spremere a fini di interesse personale, perché dovrebbe cambiare atteggiamento quando assume cariche pubbliche, fossero anche cariche di funzionario all’interno dei servizi?
Abbiamo oggi e abbiamo avuto in passato una molteplicità di agenzie segrete di Stato sia  palesi che occulte, che giorno dopo giorno raccolgono notizie sul conto di tutti, e che spesso  fanno delle informazioni raccolte un uso distorto e deviato.
Quello che sorprende o forse quello che non sorprende (dipende dall’approccio che ciascuno ha con queste vicende) è che nonostante (o forse proprio in ragione di esso), in Italia abbiamo tutti questi spioni di Stato non si riesce a fare luce su molte delle vicende che negli ultimi 40 anni hanno insanguinato le nostre istituzioni, e hanno consentito e consentono a mafiosi di ogni ordine e grado eterne ed attive latitanze in territorio italiano.
Cioè, ci sono servizi che  spiano ogni nostro passo, ma che non riescono a scoprire niente sulle vicende di sangue che hanno segnato la storia della nostra Repubblica e che non vedono i latitanti, è evidente a tutti che c’è qualcosa di distorto.
La vicenda ultima della non assegnazione ad un parlamentare del movimento 5 stelle della Presidenza del Copasir, è da questo punto di vista illuminante, cioè il parlamento ha ritenuto pericoloso per le istituzioni italiane e aggiungo io, ancor di più per alcuni politici e boiardi di Stato, che la commissione sui servizi venisse affidata ad un parlamentare che rappresenta un movimento dichiaratamente fuori dagli schemi.
Il risultato sarà che continueremo (noi cittadini) ad essere spiati da apparati deviati dello Stato, che continueranno ad operare contro la verità per consentire ai mandanti delle stragi di Stato e di mafia di rimanere senza nome, e ai vari latitanti di continuare ad aggirarsi nei nostri territori protetti e avvertiti dei pericoli che arrivano loro da quegli uomini di Stato che ancora onestamente fanno il proprio dovere.
E qui arrivo al punto che ci tocca da vicino come ciminnesi.
Infatti sono assolutamente eclatanti, da questo punto di vista,  le rivelazioni fatte da quel carabiniere a volto coperto, durante la trasmissioneServizioPubblico sulla 7, relative alla presunta latitanza di Provenzano nel territorio ciminnese, che hanno dipinto un quadro desolante delle dinamiche interne all’Arma, ma che per quel che ci riguarda come ciminnesi, hanno svelato che il nostro territorio (forse) è stato teatro della latitanza di Provenzano proprio  nel periodo in cui probabilmente quest’ultimo era al centro della presunta trattativa Stato/Mafia della quale si stanno occupando un paio di Procure italiane.
Sappiamo bene che tutto quello che il carabiniere ha svelato durante la trasmissione Servizio Pubblico va considerata una verità presunta e certamente non acclarata, tuttavia il nostro paese non ci ha fatto una bella figura, soprattutto se consideriamo la diffusione nazionale della trasmissione.
Su questo versante risulta imbarazzante e insopportabile il silenzio dei nostri rappresentanti istituzionali, sindaco in testa, su queste rivelazioni/affermazioni.
Credo, che i nostri rappresentanti istituzionali abbiano l’obbligo di difendere a mezzo stampa l’immagine di Ciminna e dei ciminnesi per non fare passare l’idea che Ciminna è terra di nessuno.
Credo anche, che quello che ha mostrato servizio Pubblico ci dice che è arrivato anche per Ciminna il momento di fare i conti con la sua storia e con le implicazioni che la presenza mafiosa nel nostro territorio ha rappresentato e può rappresentare in termini di condizionamento delle scelte politiche della nostra classe dirigente.
Senza un opera salutare di disinfezione  solare su queste ed altre vicende storiche, nessun politico a Ciminna può dirsi pienamente e lecitamente legittimato.
Credo che a questo punto gli amministratori debbano fare sentire la loro voce, e voglio ripeterlo devono farlo a mezzo stampa e a diffusione nazionale, per dire che Ciminna e i suoi cittadini hanno un sentire corretto e  leale nei confronti dello Stato, che le sue istituzioni democratiche sono immuni dal vìirus mafioso e che  il suo territorio non è una terra di mezzo dove i latitanti possono tranquillamente essere protetti e coperti.
Chiedano, i nostri rappresentanti, chiarezza su quegli anni e su quello che hanno rappresentato per la nostra comunità.

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