A Saverio per la pubblicazione del suo libro “Du Nummari”

di Nicola Barone

copertina libro.cdrNelle prefazioni, dei Professori Tommaso Romano e Salvatore Di Marco, si evince che sia il primo che il secondo, puntano il loro obiettivo sulla VALENZA di Saverio. Valenza che traluce dalle poesie, ma anche da ogni suo atto e dai ruoli rivestiti in famiglia e nel campo sociale. Io mi accosto a loro Rincarandone la dose,  narrandovi anche qualche episodio che mette in risalto la sua “VALENZA” e, aggiungo io, “UMANA“.

Saverio è stato un maestro come li voleva Victor Ugò. Saverio è persona umana. Disponibile, premuroso, tempestivo, c o m p e t e n t e, generoso, amico leale: UN VERO AMICO.

Ci  frequentiamo sin dal 1972, quando siamo stati nominati titolari presso l’istituto SOLARIUM di Palermo. Lì il nostro ruolo non è stato soltanto quello di insegnare, bensì, anche quello di: assistenti sociali, genitori, parenti, fratelli, familiari degli alunni. Infatti questi provenivano da famiglie le più disparate: famiglie povere, indigenti, figli di detenuti e di separati.

Una mattina arrivati all’istituto per il normale servizio, abbiamo avuto la sorpresa di non trovare gli alunni nelle aule bensì sul tetto di un’ala, bassa, dell’edificio. Protestavano contro la Direttrice Sign.na Chiesa per fattori interni all’istituto. Entra in campo la VALENZA di Saverio. Senza grossi paroloni, senza minacce, con calma, intraprende un interrogatorio, li porta a riflettere, prendiamo una scala, Saverio sale in mezzo a loro. Li accarezza, mette mani in tasca ed esce le sue inseparabili caramelle i TIC TAC che offre a ciascuno di loro. Si entra in classe!

Per farvi capire chi fossero alcuni di quegli alunni, ve ne presento uno!

Ci trovavamo all’Upim di Via Roma con mia suocera. Le viene rubata la borsa. Viene acchiappato il ladruncolo e portato a noi per il riconoscimento. Chi era? Un alunno nostro, di Saverio. Ecco che tipo di alunni avevamo! Però molti di questi alunni, qualcuno emigrato in U.S.A., ci pensano e ci telefonano!

Io, facendo mio uno spot pubblicitario, ho appioppato a Saverio il detto: “GIGANTE PENSACI TU”. Qualsiasi cosa gli chiedevo, e gli chiedo ancora ora, non gli ho sentito dire mai “UMMAFIRU” bensì “CI PENSO IO!”.

Alcuni giorni or sono, ci trovavamo ai Cappuccini per ottemperare ad una usanza ciminnese quando la persona passa a miglior vita.

Ci trovavamo in fila aspettando il nostro turno per salutare i familiari dolenti, quando vedo una suora del Boccone del Povero correre verso di noi chiedendo, ansante e preoccupatissima, aiuto per liberare 4 ricoverate, per giunta disabili, dall’ascensore rimasto bloccato.

Accanto a me c’era Saverio, amico inseparabile, lo afferro per il braccio e forte della sua presenza, corriamo verso le malcapitate. Entra in campo la VALENZA di Saverio. Prima cosa si assicura la collaborazione delle rinchiuse nell’ascensore tranquillizzandole con la sua parola. Poi crea una fessura e lancia i suoi TIC TAC. Cerca attrezzi per lavorare, non trova materiale utile e corre per Ciminna. Si reca anche presso una famiglia che detiene  un ascensore di quel tipo per trovare qualche aiuto e ritorna. Quando arriva c’erano i Vigili del Fuoco chiamati dalla madre Superiora. Intavola con loro discussioni, consigli ma trovano, alla fine, soltanto la decisione di tagliare con lo smeriglio la serratura della porta dell’ascensore. Si stavano accingendo a farlo quando arrivarono  due tecnici dell’ascensore in questione. Tirarono fuori la chiave e sbloccano l’ascensore. Erano trascorse due ore!

Tutti i presenti abbiamo chiesto perché questa chiave non la tenessero i proprietari dell’ascensore, in questo caso la Superiora. E’ stato risposto che, per legge , non si può lasciare! Entra in campo la VALENZA di Saverio. Guarda bene quella chiave, la usa, poi rivolgendosi a me mi dice “E semplicissima la realizzazione di una chiave come quella, ne farò una e, se dovesse capitare un’altra volta, non dobbiamo aspettare tanto tempo per liberare le povere ricoverate che rischiano dopo tanto tempo, di rimetterci la pelle. E ” DULCIS IN FUNDO”  Saverio accompagna i Vigili del Fuoco che dovevano rientrare a Villafrati, al bar per un aperitivo. Saverio che fa anche gli onori di casa!

Certamente avrà immortalato l’avvenimento in una sua poesia dove ha messo in risalto il ruolo dell’uomo che deve dimostrare di essere tale aiutando il prossimo, mettendo in campo i V A L O R I dell’Uomo, non alla maniera sofistica, con paroloni che, finito il loro rumore non lasciano niente di positivo, bensì mettendo in pratica il principio “Non fare agli altri, quello che vorreste non fosse fatto a te stesso”, e la vita andrebbe avanti a gonfie vele senza bisogno di leggi e codici.

Nel libro “DU’  NUMMARI” c’è una poesia nella quale abbiamo vissuto un moneto visivo ricco di significati.

Quest’anno abbiamo avuto l’elezione del Papa, una scadenza anomala per dimissioni, come dice Saverio “Dopo tant’anni il Papa ha ceduto, al successore il grave compito ha affidato…”

Come sempre, e così penso anche per voi, come sempre ho seguito le dirette televisive aspettando le famose fumate. Ci furono cinque fumate, alla quinta ho notato un gabbiano bianco, a differenza di altri che arrivavano, toccavano la canna e fuggivano, un gabbiano si fermò sulla canna, si agitava, muoveva la testa a destra e a manca, t a m b u r e l l a v a  col becco. Voleva dire qualcosa! Chiamo Saverio al cellulare e segnalo il fatto che ha il tempo di osservare anche lui. Passano pochi secondi e una corposa e abbondante fumata bianca mette in fuga il gabbiano e infonde in noi allegria e curiosa attesa. Passano i minuti necessari per mettere in moto la macchina della comunicazione al mondo ed ecco il Cardinale Camerlengo che annuncia il “GAUDIUM MAGNUM” comunicando il “CUI NOMEN SIBI IMPOSUIT: FRANCISCUM”. Segue l’arrivo del neo Papa che sbalordisce tutti col suo saluto “BUONASERA!”.

Finita la diretta, squilla il mio telefono: “Nicola, ascolta”.

Era Saverio “A PAPA FRANCESCO”

Mi colpisce non tanto l’avere evidenziato il fatto del gabbiano, quanto l’ultima strofa:

Sia, Francesco, il tuo agire

Semplice, Puro, Umile  e  Buono

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Penso che nessuno di noi abbia il minimo dubbio che il PAPA FRANCESCO definito L’UOMO DELL’ANNO, dal  Trono Pontificio, dal Trono più alto del mondo non sia:

U M I L E

S E M P L I C E

B U O N O

Saverio, permettimi una domanda ” Ti stai attrezzando anche per le profezie?”

 

Saverio “AD MAIORA”

 

 

Ciminna   04/01/2014

                                                                                  Nicola Barone

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