ArrowBio-GreenPlanet due impianti stesso inquinamento

di LiberaMente Ciminna

In questi ultimi mesi Ciminna è diventata uno dei centri affaristici più importanti della Provincia di Palermo, non passano giorni in cui non si fanno incontri finalizzati a portare avanti affari di ogni genere.


LMC_210C’è chi vuole fare di Ciminna un centro all’avanguardia nel trattamento dei rifiuti, c’è chi vuole farla diventare uno dei maggiori centri di produzione di energia elettrica a BioGas, c’è chi vuole valorizzare i fertili terreni dei ciminnesi acquistandoli con offerte superiori a quelli di mercato, c’è chi spera nell’appalto, c’è chi spera nel sub-appalto, c’è chi spera nel posto di lavoro, insomma c’è di tutto.

Tutti sono accomunati da un minimo comune multiplo “il bene comune”, inteso non solo come il bene del nostro territorio ma addirittura ci si preoccupa anche del bene di tutto il comprensorio.

Nel frattempo una risicata schiera di cittadini “sbirrosi” si oppone a tutta questa manna che cade dal cielo, incurante del danno che stanno facendo all’economia ciminnese o meglio di alcuni ciminnesi.

Intanto, i soliti sinzali, cercano di ristabilire l’ordine delle cose, girovagando di casa in casa, di parenti in parenti, di amici in amici, di politici in politici etc, arrivando a volte pure alle mani.

Onestamente fare una sintesi dell’attuale situazione Economica-Politica-Sociale e di Ordine Pubblico ciminnese è veramente complicata, quindi ci limitiamo a fare quello che da sempre abbiamo fatto e che continueremo a fare “CITTADINANZA ATTIVA”.

carbRecentemente in un nostro comunicato, avevamo cercato di fare capire alla cittadinanza che nel costruendo impianto della Green Planet, non sarà bruciato il compost prodotto dal trattamento della componente FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), come detto erroneamente nell’ultimo consiglio comunale, ma il BioGas generato tramite il trattamento di bio-digestione della FORSU e di altri prodotti organici, quali residui di allevamenti intensivi, scarti provenienti da coltivazioni intensive, scarti da piantagioni agricole, etc.

Oggi vogliamo aggiungere un’altro tassello a questa vicenda, perchè riteniamo che i cittadini debbano sapere effettivamente come stanno le cose.

In diverse occasioni abbiamo avuto la possibilità di ascoltare oratori, pro e contro l’impianto Arrow Bio. Siamo certi che tutto il bene ed il male di questo impianto sia stato detto?

Noi per primi, avevamo segnalato ai consiglieri comunali, di attenzionare bene la situazione prima della votazione in Consiglio della pubblica utilità di questo progetto. Oggi i recenti ripensamenti di tre/quattro consiglieri ci fanno capire che forse a suo tempo il nostro suggerimento non sia stato tenuto molto in considerazione, ma come si suol dire “non è mai troppo tardi…”

In Consiglio Comunale ci hanno detto che l’impianto Green Planet inquina mentre quello della ArrowBio è immune da inquinamenti, ma dobbiamo crederci?

Come da nostra abitudine non ci limitiamo esclusivamente alle dichiarazioni ed alle profezie che sentiamo in giro, ma siamo andati oltre alle belle immagini renderizzate allegate al progetto, lo abbiamo letto e studiato per capire se il contenuto degli atti rispecchiasse l’oggetto stesso del progetto.

Prima di dirvi cosa abbiamo trovato, volevamo fare alcune premesse, sugli impianti di trattamento dei rifiuti che si vogliono realizzare sul nostro territorio.

Pensiamo che non sfugga a nessuno che le aziende private nascono per uno scopo ben preciso, fare soldi. Pertanto, ogni singola strategia aziendale avrà come scopo quello di raggiungere il massimo obbiettivo economico con il minimo sforzo. Questo giusto per far capire che alle due aziende in questione non interessa nulla della situazione della gestione dei rifiuti del nostro comprensorio, a loro serve solo la materia prima, il rifiuto differenziato o indifferenziato che sia.

Oltre ai nostri rifiuti, entrambe le aziende hanno scelto la nostra “Pianotta”, qualcuno penserà a chissà quali amicizie politiche si siano messe in mezzo per spuntarla sugli altri Comuni “firmatari” del famoso “Protocollo d’Intesa”. Altri penseranno perchè siamo equidistanti da tutti gli altri Comuni.

Forse si e forse no.

Noi invece pensiamo tutt’altra cosa, la scelta è ricaduta sul nostra “Area ASI” a “Carattere Agricolo” semplicemente perchè non appena verrà completato l’elettrodotto “Chiaramonte Gulfi -Ciminna” la Centrale di distribuzione elettrica di Terna presente nella “Pianotta” diventerà uno degli snodi principali di distribuzione dell’energia elettrica della Sicilia.

Qualcuno penserà, a cosa c’entrano i rifiuti con l’energia elettrica.

In effetti noi siamo abituati a vedere generare energia elettrica con i sistemi eolici e solari, ma già da anni nelle regioni del nord Italia le centrali elettriche a biomassa sono una realtà ben consolidata e grazie agli incentivi statali riescono a fare diventare oro quello che noi consideriamo rifiuto. Generare energia elettrica con sistemi di cogenerazione CAR alimentati a BioGas permette alle aziende produttrici riconosciute, l’accesso al sistema dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) o certificati bianchi, secondo le condizioni e le procedure stabilite dal Decreto ministeriale 5 settembre 2011.

La cosa importante dei certificati bianchi è che sono titoli negoziabili che, per le realtà che sono in grado di ottenerli e di venderli, rappresentano di fatto un incentivo economico alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Con la vendita dei titoli di efficienza energetica i produttori possono ottenere un guadagno che nel piano di ammortamento è equiparabile ad un incentivo.

Gli acquirenti dei certificati bianchi (TEE) sono i distributori di energia elettrica e gas naturale. La normativa prevede, infatti, che questi debbano raggiungere annualmente determinati obiettivi quantitativi di risparmio di energia primaria.

In altri termini: ogni distributore di luce e/o gas è obbligato per legge a ridurre annualmente il proprio impatto energetico conseguendo obiettivi, secondo quote stabilite, di risparmio energetico.

Ogni distributore di gas e/o di elettricità, sottoposto a questi obblighi normativi, ha due possibilità per adempiere a queste incombenze: ottenere con propri progetti energetici i titoli di efficienza energetica necessari per rientrare nei termini di legge, oppure: acquistarli sul mercato.

Ecco perchè diventa importante produrre energia da fonti rinnovabili, perchè oltre alla vendita dell’energia prodotta, il vero utile di queste aziende proviene dalla negoziazione di questi certificati. 

Adesso che abbiamo chiarito il funzionamento degli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti alternative, ritorniamo a cosa abbiamo scoperto all’interno del progetto ArrowBio.

Il progetto in questione viene presentato con la seguente intestazione “PROJECT – FINANCING AI SENSI DELL’ART. 153 COMMA N° 19 DEL D. LGS. N° 163/2006 PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E GESTIONE DI UN IMPIANTO DI TRATTAMENTO E SMALTIMENTO RIFIUTI SOLIDI URBANI RICADENTE NEL PIANO A.S.I. DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI CIMINNA” quindi non si parla di produzione elettrica con relativa immissione di inquinanti nell’aria.

Addentrandoci nello studio del progetto, troviamo a pagina 10 della relazione generale la seguente dicitura “Il prodotto, in uscita dal ciclo di lavorazione (pulper) della sezione meccanica, viene qui lavorato e, successivamente, attraverso processi chimico-fisici specifici, viene trasformato in biogas, digestato ed acqua. Il biogas viene quindi inviato al generatore elettrico per la valorizzazione energetica“; ed ancora a pagina 13 “A questo, seguirà il secondo reattore biologico metanigeno (della tipologia UASB), dal quale
viene prelevato il biogas in alto, il digestato dal fondo e l’acqua in posizione intermedia: il biogas viene inviato al generatore elettrico per la valorizzazione energetica“; Il tutto viene inoltre confermato nelle conclusioni a pag. 14 a firma dell’ing. Savasta “Parimenti si sottolineano gli obiettivi della percentuale di raccolta differenziata, conformi ai parametri di legge, l’efficienza del servizio, la produzione di materiale riciclabile di fascia “A”, la produzione di energia verde, l’incremento occupazionale stimato in almeno trenta unità nell’impianto, ed altri nell’indotto generato dal comparto”.

Per motivi di sinteticità riportiamo solo alcuni punti, in cui si parla di cogenerazione di energia elettrica da biogas, ma in tutti gli altri allegati al progetto più volte viene fatto riferimento a questa tecnologia.

Per non essere considerati di parte, abbiamo anche valutato se l’utilizzo del biogas per produrre energia elettrica sia effettivamente inquinante.

Partiamo dal fatto che il biogas è composto per circa il 65% da metano, le emissioni in atmosfera deducibili dai dati forniti da chi propone impianti di taglia sotto 1 MW, sono: COT (composti organici totali, compresi composti cancerogeni) 1,2 ton/anno, CO (monossido di carbonio) 6 ton/anno, NO (Monossido di azoto)2 3 ton/anno, SO 2 6,7 ton/anno, HCl (acido cloridrico)1,2 quintali/anno. Mancano, in questo elenco, altri inquinanti, come, in particolare, le polveri, ma anche ozono (in estate, come inquinante secondario derivato da emissione di ossidi d’azoto) e diossine.

Per le polveri si può calcolare 0,6 ton/anno di polveri molto fini, alle quali vanno aggiunte le polveri secondarie (fino a 5 volte quelle emesse dal camino, molto fini). Le diossine che si formano sono poche, ma non nulle, e ne bastano poche per avere un impatto sanitario significativo.

Infine scarti e rifiuti sono prodotti dal biodigestore e da varie parti della centrale energetica. Sulla base del biogas bruciato (circa 8,5 milioni di metri cubi) e del contenuto medio in metano (circa 65%), si può affermare con una certa approssimazione che un cogeneratore di meno di 1MW, collegato al biodigestore, brucerà un quantitativo di metano equivalente a quello di circa 3.500 case di oltre 100 metri quadrati di superficie (consumo annuo di circa 1.600 metri cubi).

(fonti Prof. Gianni Tamino Laureato nel 1970 in Scienze Naturali, dal 1974 è docente di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova)

Quindi, chi nei giorni passati ha bandito dai sagrati che l’impianto ArrowBio non aveva ciminiere e non immetteva inquinanti in atmosfera, non diceva il vero, come non diceva il vero chi in consiglio comunale avallava l’impianto ArrowBio a discapito di quello della GreenPlanet.

La verità è una sola, i due impianti limitatamente alla gestione della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) sono pressoché identici ed hanno le stesse finalità, produrre energia elettrica da utilizzare in parte per alimentare il ciclo funzionale dell’intero impianto e per la restante parte venderla al GSE ottenimento il conseguimento di certificati bianchi (TEE).

In una cosa non siamo stati in grado di dare una risposta, perchè continuano a prendere in giro la cittadinanza?

In futuro approfondiremo anche questo aspetto.

One Reply to “ArrowBio-GreenPlanet due impianti stesso inquinamento”

  1. bravi per l’impegno profuso nella ricerca di tutto questo materiale e per l’impegno rivolto verso la verita’ che non si vuol far sapere ai Ciminnesi.

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