La Tavolata di San Giuseppe, momenti di festa e tradizione a scuola

di Agorà Ciminna

tavolata-di-san-giuseppe-a-scuola-3Oggi in occasione della solennità di San Giuseppe, ricordiamo a tal proposito che quest’anno a causa della coincidenza del 19 marzo con la III domenica di quaresima la festa è stata spostata di un giorno, i bambini della scuola elementare di Ciminna hanno vissuto un momento di festa e convivialità riproponendo la tradizionale Tavulata di San Giuseppi tra i banchi di scuola.

Il programma dei festeggiamenti ci da appuntamento questa sera alle ore 20:00 per la processione di San Giuseppe,  durante la quale si svolgerà la “Vulata ri l’Ancili”. Mentre venerdì 24 alle ore 20:00 la tradizionale Tavolata di San Giuseppe con a seguire la sagra dei piatti tipici della tradizione: pasta con le sarde e sfince. 

Di seguito, dagli archivi di Agorà Ciminna 2014, l’articolo di Vito Piscitello “La festa di San Giuseppe” con le foto dell’evento di questa mattina presso la scuola elementare “G. Falcone” di Ciminna.

La festa di San Giuseppe

di Vito Piscitello

Il 19 Marzo compare come il natale di San Giuseppe,si sviluppo in italia nel XIV-XV secolo; grande promotore dell’introduzione di questa festività fu San Bernardo da Siena.

I suoi testi rivelano la fedele custodia di San Giuseppe, al quale sono stati affidati gli inizi della redenzione. La guida amorosa e sicura della Santa Famiglia, la difesa, il sostegno offerto a Maria e a Gesù del quale è il padre adottivo.

La festa di San Giuseppe diventa quindi la festa del papà e di tutta la famiglia, proprio per la fedeltà, la giustizia bibblica, il silenzio adorante della volonta di Dio, e l’obbiedenzia ispirata alla grande fede.

tavolata-di-san-giuseppe-a-scuola-1In questi giorni di festa la tradizione vuole che in molti paesi vengono preparate le “Tavolate di San Giuseppe”, intere tavole stracolme di viveri, pietanze deliziose, piatti tipici, cibi ricchi e prelibati ma anche cibi semplici.

Il significato principale della Tavulata di San Giuseppe è quello della provvidenza divina; l’assaggio dei diversi piatti indica che tutto è dono di Dio.
Tutte le famiglie sia ricche che povere mangiano ad un unica tavola, ciò significa che non c’è distinzione di persona, di sesso e di razza, così come nella Chiesa siamo tutti uguali, figli di un unico Padre.

Il cibo proprio perchè dono e provvidenza di Dio va condiviso e rispettato, non disprezzato o buttato nella spazzatura come avanzo. Tutti abbiamo bisogno di nutrirci non soltanto del cibo materiale ma anche del cibo spirituale, tutti come Chiesa siamo chiamati al banchetto Eucaristico.

La tavola rappresenta anche una sosta alla fatica quotidiana della famiglia piccola chiesa domestica, per l’incontro tra genitori e figli, per il dialogo,
per discutere delle gioie, dei dolori e dei problemi da affrontare nella storia della vita.

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