Riprendono le processioni religiose, dopo due anni di stop.

di Agorà Ciminna

Dopo due anni di stop si possono svolgere nuovamente le processioni, momenti di vera devozione popolare, attorno alle quali ruota ogni altro aspetto delle diverse tradizioni religiose che da secoli scandiscono il trascorrere del tempo in un determinato luogo.

Lo hanno stabilito i vescovi siciliani, durante la sessione primaverile della conferenza episcopale siciliana. Tenuto conto del termine dello stato di emergenza dello scorso 31 marzo, legato alla pandemia da covid-19.

Si ricomincia quindi anche nella nostra comunità parrocchiale di Ciminna con le celebrazioni della Settimana Santa. La prima processione è in programma per domenica 10 aprile 2022 in occasione della “Domenica delle Palme”. Alle ore 10:45 il raduno e la benedizione in Piazza Umberto I, a seguire il corteo al quale si può partecipare ricordando anche la “Vivula Vivula“, all’arrivo in Chiesa Madre la celebrazione della Santa Messa. Il Venerdì Santo si svolgeranno le due processioni tradizionali con partenza dalla chiesa di San Domenico: al mattino i Misteri, la sera il Cristo Morto con l’Addolorata.

Nel giro di un mese, si succederanno via via, molte altre processioni nelle giornate previste. A cominciare dalla domenica dell’ottava di Pasqua con la coloratissima processione del Precetto Pasquale agli ammalati, seguiranno i festeggiamenti di San Francesco di Paola il 25 aprile e poi l’attesissima ottava del Santissimo Crocifisso dal primo di maggio.

Si continua nel mese di giugno con l’ottava del Corpus Domini, che ritorna finalmente a percorrere le strade di tutti i quartieri di Ciminna. E la festa liturgica del santo patrono Vito. È noto infatti che i festeggiamenti di San Vito Martire si svolgono la prima domenica di settembre. Mese in cui si svolge la festa campestre di Maria SS. Bambina, ma anche le altre feste mariane dedicate alla Madonna del Perpetuo Soccorso ed alla Madonna del Rosario. Ad ottobre poi la festa dedicata a Maria SS. Addolorata, ancora oggi tra le più importanti. Ed infine nel mese di dicembre la festa dell’Immacolata Concezione giorno otto, con l’appuntamento notturno del Triunfu per il sabato successivo, quest’anno nella notte a cavallo tra il dieci e l’undici di dicembre.

Senza dubbio, questi anni hanno rappresentato un momento di prova per noi tutti. Sotto ogni punto di vista. Da quello primario legato alla salute ed in alcuni casi purtroppo alla perdita dei nostri cari, a quello economico e sociale.

Quanto vissuto in questi mesi, non si può ridurre certamente alla sola mancanza di una tradizione piuttosto che un’altra. Sarebbe molto semplificativo. Ma sappiamo bene che ci sono mancati anche questi tipi di appuntamenti, a cui eravamo abituati ed ai quali non rinunciavamo mai, in quanto rappresentano per noi momenti di vera devozione, che prescindono dai meri aspetti folcloristici. Un legame talmente forte che ogni anno, in delle particolari date, richiama nella terra natia anche i figli più lontani che non vivono più a Ciminna. 

Durante la prima ondata pandemica, nonostante il forzato distacco fisico dettato anche alla vita religiosa comunitaria, oltre a pregare in famiglia tra le mura domestiche, abbiamo sperimentato attraverso la tecnologia una partecipazione virtuale. Grazie a queste trasmissioni in diretta, si è per certi versi realizzata un’unione comunitaria nella preghiera. Le celebrazioni liturgiche erano seguitissime e non si sono mai interrotte. A cominciare dal Triduo Pasquale del 2020 che tutti noi abbiamo vissuto incollati sugli schermi di un televisore o di un semplice telefonino, collegati ai canali social parrocchiali di Facebook e di YouTube.

Anche l’immensa piazza di San Pietro in Vaticano, si è svuotata in quel 27 marzo 2020 in cui Papa Francesco ha tenuto un momento di preghiera straordinario, alla presenza del Crocifisso di San Marcello al Corso che nel 1522 salvò Roma dalla peste e alla copia della Salus populi romani.

Un momento forte, conclusosi con l’adorazione eucaristica e la benedizione Urbi et Orbi. Il Papa sapeva di non essere da solo, siamo certi che i credenti di qualsiasi fede ed i non credenti hanno fissato i loro sguardi su quella piazza.

Così come anche noi ciminnesi nel nostro piccolo, in quell’ultima domenica di chiusura totale, abbiamo fissato il nostro sguardo sull’altrettanto vuota piazza di San Giovanni Battista. Dove, in occasione dei festeggiamenti del SS. Crocifisso che ricorrono la prima domenica di maggio, da secoli dedicata al “Padre di Grazie”, ci siamo sentiti avvolti in un unico abbraccio. Nelle nostre menti rimane impressa l’immagine di quella benedizione all’esterno della chiesa dove non c’erano i fedeli, obbligati nelle proprie case ad implorare misericordia e grazia. Forse il ricordo più forte che non dimenticheremo mai.

Nei mesi successivi a quel periodo, finalmente le prime riaperture. Come non ricordare, gli appuntamenti serali estivi nei quartieri, in occasione dell’ottava del Corpus Domini, con la partecipatissima esperienza delle Sante Messe all’aperto. Un miglioramento alla volta, si è giunti fino all’ultimo periodo dove abbiamo partecipato ogni domenica alle celebrazioni in chiesa. Anche in occasione del Santo Natale e della Pasqua, festeggiando i santi nelle tradizioni locali, senza le sole manifestazioni esterne.

Tutti noi, dovremmo fare tesoro di questo periodo trascorso per meglio vivere i momenti che ci apprestiamo a celebrare. Possiamo e dobbiamo vivere le tradizioni in maniera autentica, riscoprendo l’essenza di ogni gesto, assaporandone quell’unicità di fede che sta alla base di ogni gesto rituale. Atteggiamento senza il quale, non potremmo vivere al meglio gli appuntamenti che la vita cristiana ci propone.
 
Non sprechiamo questa pausa, rendendo vano il tempo che abbiamo sacrificato alla nostra devozione popolare, impegniamoci tutti nelle nostre piccole azioni. A cominciare dal prendere parte in maniera composta ed ordinata alle processioni, per un maggiore decoro ed un’attiva partecipazione alimentata dal canto e dalla preghiera.

Non vanno tralasciate infine tutte le  precauzioni di contrasto al covid-19, che abbiamo imparato ad utilizzare in questi mesi. Nella consapevolezza che terminato lo stato d’emergenza, avremo ancora a che fare con questo virus che continua a circolare.

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