Vi presento la Cucucciuta

  di Pippo Oddo A proposito della cucucciuta di cui alla mia riflessione sabatina n.18. Non so quanti amici si possono ricordare che “La sostanza dei poveri” si chiude con queste brevi considerazioni: «È passato da poco a miglior vita un altro villafratese che negli anni cinquanta andava a caccia di conigli senza fucile né cane, senza furetto. E non rincasava mai con il carniere vuoto, se carniere si poteva chiamare il panaru, panciuto contenitore di canne e bacchette d’oleastro da…

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La memoria ritrovata tra Chiusa Sclafani e Marsala

di Pippo Oddo Il Museo Mirabile delle Tradizioni ed Arti Contadine della Regione Siciliana (inaugurato il 1° luglio 2000 a Marsala) non è la prima istituzione museale di tipo etno-antropologico e nemmeno l’ultima tra quelle cui ho avuto modo di accostarmi io. Ma nel suo genere è sicuramente unico. Me ne sono reso conto già il 22 novembre 2012 quando, oltre ad incontrare il suo appassionato fondatore Salvatore Mirabile e sua figlia avvocato Rossella (presidente dell’Associazione culturale che gestisce il…

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Dolci e dolcezze di Sicilia – Parte II

La riflessione sabatina n. 20 Pochi sanno che i dolci in Sicilia scandiscono l’intero calendario festivo, dall’alba del Capodanno alla notte di san Silvestro. Capu d’annu e capu di misi, unni su misi li cucciddata? Sunnu misi ‘nta lu panaru: datini unu a lu scarparu. (Capo d’anno e inizio di mese, i buccellati dove sono messi? Sono messi nel paniere: datene uno al calzolaio). Così recitano il primo mattino dell’anno i bambini di Montemaggiore Belsito, anche se nessun calzolaio fa più…

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Dolci e dolcezze di Sicilia – Parte I

La riflessione sabatina n. 19 Un motto tardo-latino recita: Dulcem rem fabas facit esuries tibi crudas. La fame ti trasforma le fave crude in una cosa dolce. È vero. Non c’è cosa più o meno commestibile che non acquisti sapore di squisitezza quando si ha fame. E la storia dell’umanità non ha mancato di dimostrarlo. Per portare un esempio di cui molti viventi si possono ancora ricordare, a Roma nell’autunno del 1943 «c’erano donne che frugavano tra le immondizie dei cassonetti…

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La sostanza dei poveri

la riflessione sabatina n. 18 Quando si dice sostanza, i filosofi pensano a ciò che vi è di permanente nella realtà; i chimici si chiedono se sia solida, liquida o gassosa; i biologi se midollare, corticale, ecc. E imorti di fame in Sicilia recitano virtuosi: Ogni fìcateddu di musca fa sustanza (Ogni fegatino di mosca fa sostanza). È proverbio, questo, oramai poco citato, grazie a Dio. Ma un tempo era continuamente sulla bocca di molti siciliani e dava la misura…

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Fichi d’india o pane dei poveri?

La riflessione sabatina n. 17  In Sicilia, si sa, anche la natura è cultura. Il forestiero che visita l’isola per la prima volta deve essere re degli indifferenti per non subire il fascino di una pianta di ficodindia carica di frutti maturi: bianchi, rossi o gialli che siano. Il fotografo ne fissa immediatamente l’immagine nella pellicola, il pittore non perde tempo a dipingerla, lo scrittore prova spesso gioia a descriverla. Si dà persino il caso che se ne enfatizzi l’importanza…

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Fave, favalori e generali

La riflessione sabatina n. 16 di Pippo Oddo A suggerirmi il titolo di questa “storia” è stato un ricordo d’infanzia che mi piace raccontare in omaggio, tardivo ma pur sempre commosso, alla memoria dell’ultimo favaloro del mio paese, la cui razza si estinse all’epoca della riforma agraria. Si chiamavano favalori, ma erano in realtà poveri diavoli che possedevano soltanto la zappa con la quale combattevano nella difficile trincea della sopravvivenza. Coltivavano fave, ovviamente, ma in campi altrui, concessigli di anno…

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U pagghiaru

La riflessione sabatina di Pippo Oddo Avrei fatto volentieri a meno del termine dialettale se ce ne fosse stato uno solo della lingua italiana atto a fornire un’idea compiuta di pagghiaru o pagliaru (come si dice in talune parlate locali). Ma non c’è, purtroppo. Certo, avrei potuto usare la parola “capanna”, non senza però mettere prima in guardia i lettori che il pagghiaru è cosa diversa dalla capanna dello zio Tom immortalata dalla penna di Harriet Beecher Stowe. Se per…

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La strage di Caltavuturo

di Pippo Oddo (dal mio libro “Il miraggio della terra nella Sicilia post-risorgimentale, 1861-1894) Il 20 gennaio 1893, festa di San Sebastiano, la piccola cittadina delle Madonie dove non era ancora arrivata nessuna propaganda socialista, né c’era Fascio [dei lavoratori], «ma una semplice cooperativa di consumo, invisa ai galantuomini perché utile ai contadini», fu segnata dal barbaro eccidio di 13 contadini, «saziati di piombo per aver chiesto pane e lavoro». Dopo un lungo braccio di ferro con i discendenti dell’ex signore…

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