Si presenta il volume Ciminna “Palermu lu nicu”

di Agorà Ciminna

Palermu lu nicu

Sabato 16 maggio alle ore 16:00 presso la chiesa di San Domenico in Piazza Gabriele Bonanno, si presenta il volume Ciminna “Palermu lu nicu”, identità culturali di un paese della provincia palermitana. Alla presentazione parteciperanno tra gli altri, l’Ing. Manlio Munafò commissario straordinario della Provincia di Palermo, il Prof. Vincenzo Abbate direttore della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo “Abatellis” ed il Dott. Gianvito Graziano presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. Ospite d’onore la cantautrice e poetessa Serena Lao. Nella locandina a fianco tutti gli interventi nel dettaglio.

Nella presentazione al volume il Prof. Vincenzo Abbate , curatore delle collezioni storico-artistiche della Fondazione Mandralisca di Cefalù, scrive: “La  valorizzazione di un luogo passa oggi inevitabilmente at­traverso la conoscenza del suo territorio, del suo patrimonio d’arte, del recupero di remote tradizioni che l’inesorabile incal­zare del tempo, all’incirca quaranta-cinquant’anni fa, aveva vo­lutamente messo da parte come retaggi inutili, espressione di un passato da celare, se non dimenticare, forse perché ritenuto troppo misero, di goffa semplicità o angusto rispetto all’evol­versi continuo della società e alle aspettative di quegli anni. E il ‘riscatto’ da ciò, purtroppo, per centri grandi e piccoli, sarebbe passato inesorabilmente attraverso le azioni più deleterie e scel­lerate, la deturpazione del paesaggio, lo scempio dei centri sto­rici, il degrado (o peggio ancora la demolizione) dei monumen­ti, come se la cementificazione del territorio o l’aberrante cuba­tura di un palazzaccio in pieno centro, messo là provocatoria­mente ad interrompere la compattezza di un tessuto urbano che fino ad allora bene o male aveva mantenuto la sua integrità, do­vessero significare per forza il raggiungimento di un nuovo sta­tus, di una consolidata condizione economica.

Pure fandonie, col senno di poi!

Ce ne siamo accorti per tempo, a volte troppo tardi, ma ce ne siamo accorti… per non continuare a sbagliare, per stare più at­tenti, ormai fortunatamente consapevoli che solo dalla cono­scenza di un territorio o di un centro urbano, delle sue risorse e del suo passato, non rare volte glorioso, possiamo trarre nuovi stimoli alla crescita

Ed ecco allora che la conoscenza diventa “presa di coscien­za” generale, atto imprescindibile in ognuno di noi per conser­vare, tutelare, valorizzare ma soprattutto consegnare a chi verrà dopo di noi. Questa pubblicazione, meritoriamente promossa dall’Amministrazione Provinciale, ha come prima finalità quel­la di far conoscere innanzitutto ai Ciminniti (e poi anche agli al­tri) la loro Città.

A volo d’uccello Ciminna viene colta e letta sotto le sue molteplici sfaccettature: il territorio con il sito archeologico del Pizzo o con le sue Serre, particolarmente significative sotto l’aspetto geologico, paleontografico e paleontologico che – come ribadisce Giovanni Sapore nel suo denso contributo – ne fanno una delle aree “più tipiche di deposizione evaporitica di età messiniana della Sicilia Settentrionale”; il tessuto urbano, fortunatamente ancora leggibile nella sua compattezza e che Rosario Alesi con esemplare chiarezza riesce ad indagare sotto ogni aspetto, finanche dei materiali costruttivi, e nella lenta tra­sformazione dei quartieri, numerosissimi, che lo compongono, da quelli più antichi stretti ed abbarbicati attorno al castello e alla Madre Chiesa ai nuovi disposti in non casuale orditura lungo il declivio. E poi lo straordinario patrimonio d’arte, pitto­rico e scultoreo, su cui si intrattiene con grande competenza Ar­turo Anzelmo cui si attesta il merito della ormai più che ventennale indagine storica sulla sua città che egli, da infatica­bile ricercatore qual’è, porta avanti ininterrottamente con suc­cesso e passione. E poi scheda di Maurizio Rotolo, sul cilio di S. Antonio Abate che, con acuti accostamenti, stimola ad approfondire la ricerca sull’Amato…

E dalla struttura urbana, dai suoi ampliamenti continui, dai monumenti, dalle sue chiese – prima fra tutte la Chiesa Madre -, dai numerosi insediamenti monastici e conventuali, spesso di ri­levante emergenza architettonica ma purtroppo  -qui come ovunque in Sicilia– non rare volte sacrificati, dopo la loro soppressione, alla dura legge dell’abbattimento e del riutilizzo del suolo, si evince subito il ruolo emergente di questa Città su tutto il comprensorio ma ancor più si coglie la vivacità di tutto un contesto sociale; lo stesso che nel corso dei secoli passati avrebbe favorito con Palermo, la capitale del viceregno, non solo lo scambio reciproco di merci, di idee, di uomini, di cultura, ma anche  -e soprattutto-  il confronto. La riprova di quest’assunto sta tutta qui, nello straordinario patrimonio d’arte fortunatamente pervenutoci, così rilevante quanto inaspettato: rilevante non solo per quantità numerica ma soprattutto per qualità; inaspettato se riferito ad  un centro feudale quale fu Ciminna, abituati magari come siamo a considerare patrimoni artistici del genere più appannaggio dei grandi centri demaniali, proprio per la presenza in essi di ceti sociali diversi attenti più che mai, in virtù della loro estrazione e delle reali possibilità economiche, a diversificare la committenza, la produzione e la destinazione dell’opera d’arte.

Ciminna esula da tutto ciò proprio per la vivacità della gente che nei secoli l’ha abitata e popolata e per i modi in cui essa si è saputa rapportare all’esterno.

E attraverso il taglio che Anzelmo questa volta ha voluto dare al suo contributo impostato per schede, in una sorta di catalogazione a tappeto del patrimonio pittorico e scultoreo, imprescindibile strumento per la conoscenza e la conservazione, rivivono attraverso la serrata indagine documentaria e stilistica non solo ciminniti emergenti e di prestigio, signori e accorti amministratori, maestranze e borgesi, medici e vicari foranei, arcipreti e nobili badesse ma soprattutto artisti, pittori e intagliatori locali e non, e insieme a loro correnti artistiche di varia influenza e disparati orientamenti di gusto con spiccata propensione al barocco, tutti a confermare come anche in un centro dell’entroterra ci si possa mantenere al passo coi tempi.

Sfilano così, come in un proscenio, i più bei nomi del panorama figurativo di Sicilia tra il XVI ed il XVIII secolo: pittori di grido come Nicolò da Pettineo, Simone de  Wobreck, Vincenzo La Barbera, Scipione Li Volsi, Pietro Novelli,  Geronimo Gerardi,  Antonino Grano, Filippo Randazzo, Vito D’Anna, Padre Fedele da S. Biagio; provetti scultori, plasticatori e intagliatori come i Gagini, i Li Volsi, Benedetto Valenza, Filippo Quattrocchi e Antonino Barcellona. Ma emergono soprattutto gli artisti locali a testimoniare con la loro numerosa presenza una congerie di estrema vivacità culturale e la domanda continua di opere a carattere devozionale da destinare ad altari e cappelle private: Francesco Gigante nostalgico delibatore del grande Monrealese, Melchiorre Di Bella rinomato incisore nella capitale ma nella sua Ciminna documentato autore di numerose tele che denotano buona mano e qualità, una insperata sorpresa per tutti; e non ultimo il grande Paolo Amato, il vero padre e protagonista del Barocco palermitano.”

 

 

8 Replies to “Si presenta il volume Ciminna “Palermu lu nicu””

  1. L’ex assessore Fellino Casimiro Vito ha detto all’inizio del suo intervento che voleva “raccontare parte della verità” sul libro presentato ieri. Aveva ragione perchè la parte che “non ha raccontato” è piuttosto imbarazzante, anzi direi vergognoso.
    Sorvolo su quello che ha detto, in pratica ha ringraziato tutti o quasi tutti, e ho avuto conferma oggi di coloro i quali si “erano prodigati alla realizzazione di questo volume” (parole testuali di Fellino), cioè l’ex Sindaco e oggi assessore a Beni Culturali, Giuseppe Leone, Michele Avvinti, consigliere provinciale e Giuseppe Spatafora.
    Mentre era assessore Fellino gli “viene dato occasione di essere coinvolto alla realizzazione di questo volume” (parole sue p.13 del volume “Ciminna. Palermu lu nicu” 2015)
    L’occasione gli viene data dal sottoscritto che lo porta dall’Assessore Vazzano per la pubblicazione di un volume dal titolo “Scavi archeologici nel territorio di Ciminna” costo del volume €16.700 (2.000 copie) voluto dall’ex assessore ai beni culturali Giuseppe Colca nel 2007.
    Tralascio alcuni aspetti burocratici che vedevano la Soprintendenza di Palermo e la Scuola Superiore di Matera nonchè la provincia stessa coinvolti. Alla Provincia non interessava fare una pubblicazione prettamente scientifica mentre la Soprintendenza avrebbe preferito un volume scientifico. Si arrivò ad un compromesso e si decise di fare due volumi uno di archeologia con i risultati degli scavi con un taglio più accessibile ai non addetti al lavoro e l’altro, fortemente voluto dalla provincia e da Fellino, delle chiese di Ciminna. Gli articoli di archeologia erano in fase di studio e nell’estate del 2013 erano già pronti, anche in lingua Inglese. Abbiamo il file, dico abbiamo perchè siamo stati noi della Genesis, avendo partecipato allo scavo a realizzare questi articoli in collaborazione con la Soprintendenza di Palermo e con il benestare del Prof. Emmanuele Curti.
    Per cui quando il signor Fellino scrive che “gli scavi archeologici…non sono completi ma anzi in una fase embrionale” (p.13) sta dicendo una falsità inaudita e fa capire con quale “passione” svolse il suo mandato di assessore ai beni culturali. In pratica non sa nulla! Ignora, ancora oggi, l’esistenza di un deposito pieno di reperti alcuni dei quali moto rari. Ma poi ha ragione! A chi può interessare sti “sciaramita” o come ha detto qualcuno ultimamente ” ‘sti petri “!!!
    Dietro le nostre spalle “contatta alcuni amici” (parole sue a p.13) e con l’appoggio e il benestare dell’amministrazione di allora e di quelli della provincia realizza “il suo volume”!!
    Avete capito bene. Il suo libro, è tutto merito suo!!
    Adesso chi ci dà la possibilità di pubblicare il nostro lavoro? Chi s’impegna a mettere €16.700,00 per 2.000 copie? Il comune di Ciminna o l’ex Provincia? Oppure il Signor Fellino e co? Credo nessuno visto che la Genesis da anni chiede un contributo per pubblicare i suoi lavori, ignorato dalla precedente amministrazione ma anche da questa. Per non parlare degli scavi fermi dal 2005!
    A Ciminna si parla sempre dei Beni Culturali e del Turismo come “volano per l’economia locale” ma quando si tocca l’archeologia a qualcuno, anzi a tantissimi, gli si torce il naso. Perchè? Ma chi ha paura dell’Archeologia?
    Perchè la Genesis viene trattata così?
    Per l’ennesima volta la nostra associazione viene ingannata e derisa.
    Ma ho l’impressione che sarà l’ultima volta!

    1. Caro “cittadino indignato” hai proprio ragione. Sono le “solite farse paesane” che non fanno più neanche notizia. L’eccezionalità sarebbe il contrario!
      Siamo talmente abituati, o assuefatti, da queste “farse paesane” che sono diventate la normalità quotidiana. Che tristezza però!
      Ma il fondo quando lo tocchiamo? C’è ancora tanto? Oppure questo pozzo è veramente senza fondo?
      I Razzi e i Scilipoti non stanno solo a Roma!

  2. Hai ragione, Cimimma è entrata in un tunnel senza uscita. Stiamo vivendo una delle Amministrazioni che sarà ricordata come la più inefficente, deludente, scadente e assente degli ultimi 20 anni…..come si dice in questi casi:”avete voluto la bicicletta, pedalate”.

  3. caro andrea si puo fare cultura anche senza soldi e senza affidamenti….nelle farse paesane anche voi avete un ruolo…..da tanto tempo siete andati da quella decantata politica ciminnese che critichi in continuazione per chiedere l’affidamento del polo museale…..da quella decantata amministrazione avete ricevuto non so quante migliaia di euro per un semplice trasloco e un piccolo restauro…..e ora? ora che l’amministrazione secondo la tua versione(tutta da verificare perche c’è da sentire l’altra campana)non ti accontenta, cosa fai? comincii a buttare veleno? chi vuol fare cultura lo puo fare anche senza soldi se ci crede e se ama veramente la cultura

  4. Carissimo “Turi”, (??????)
    Hai letto quello che ho scritto? Io non ho parlato di Polo Museale! Ma soprattutto non sto buttando “veleno” (che espressione meschina) sull’amministrazione.
    Leggi bene quello che ho scritto.
    Cultura senza soldi? Stai dicendo che chi lavora nei Beni Culturali lo deve fare “gratis”, per “amor di patria”?
    Che animo nobile!!!! Che Spirito Risorgimentale!!
    Provaci tu, allora, caro “Turi” (?????????)

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