In memoria della Medaglia d’Oro “Giuseppe Alesi”

di LiberaMente Ciminna

In occasione dei festeggiamenti di San Sebastiano, che si svolgeranno a Ciminna dal 20 al 27 gennaio 2017, il comitato dei festeggiamenti ha organizzato la 1^ edizione del concorso fotografico “Giuseppe Alesi” dal tema “Luoghi da Scoprire”.

 

Il concorso che si svolgerà Sabato 21, dalle ore 17:00 alle 21:00, oltre ad essere un momento di valorizzazione del nostro territorio, vuol far conoscere, a chi non avesse avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. la figura della Medaglia d’Oro al valore civile Giuseppe Alesi, sacrificatosi nel tentativo di salvare due vite umane in balia delle onde a Cefalù il 23 giugno 1996 all’età di 28 anni.

Di seguito pubblichiamo un ricordo di Giuseppe, scritto dalla zia Pina Cipriani, poche e semplici parole che ci fanno capire chi era Giuseppe ed il perché del suo gesto eroico.

“Nato a Palermo il 7 Febbraio 1968 da famiglia educata ai principi di fede e carità cristiana, Giuseppe Alesi ebbe un’infanzia serena e gioiosa circondato dall’affetto della sua famiglia, degli zii e dei nonni che con gioia lo vedevano crescere in salute ed intelligenza insieme agli altri nipotini con i quali passava tante ore giocando con vivacità ed allegria, specialmente nella casa dei nonni materni dove ogni giorno si riuniva tutta la grande famiglia allietata dall’affetto reciproco ed illuminata soprattutto dalla grande fiducia in Dio e nei santi e dall’ammirazione e dal rispetto verso il carissimo zio Giovanni Alesi che conduceva una vita di apostolo cristiano esemplare alla luce dei principi evangelici di umiltà e carità.

Giuseppe respirava questa aria di fede e cresceva fra scuola, famiglia ed amici con i quali aveva un buon rapporto e con cui passava momenti di sano divertimento.

Nei seppure brevi momenti di sconforto a causa del lavoro che non riusciva a ottenere, era confortato dalla mamma, dalla quale riceveva sempre fede e coraggio.

Giuseppe viveva i suoi giovani anni come tanti ragazzi di oggi: fra studi universitari, concorsi, incertezze per il futuro ma anche speranza e progetti.

Amava tanto la natura e soprattutto il mare ed erano il sole, il mare, il verde dei prati 1a musica, il motore, le macchine sportive, gli amici e soprattutto l’amore della mamma e della fidanzata Nancy che riuscivano a diradare sempre le nuvole che talvolta si affacciavano nel suo animo al pensiero del lavoro che appariva ancora difficile e lontano, ed ecco che allora lo si rivedeva allegro, di nuovo pronto alla battuta e spensierato come un bambino e questo, insieme alla finezza dei modi, lo rendeva simpatico a tutti.

Solitamente si dimostrava abbastanza sicuro di sé ma non era superbo, anzi era molto socievole, spontaneo e disponibile.

Odiava le villanie, la pusillanimità, le ingiustizie, il disordine, la “confusione” come soleva dire; amava la cortesia, l’ordine, il coraggio, la giustizia e la pace.

Aveva qualcosa di solare e di luminoso nel comportamento che comunicava agli altri, ispirando tanta simpatia ma anche qualcosa di semplice che faceva tenerezza.

Con la semplicità di un bambino infatti amava ad esempio i cartoni animati nel cui mondo volentieri si trasferiva come desideroso di viverci.

Era un ragazzo buono, fiero di sé ma incapace di fare del male, abbastanza sensibile anche alle esigenze della famiglia alle quali non rifiutava di venire incontro come ad esempio: il collaborare pazientemente all’assistenza della nonna anziana.

Simpatico e giocherellone, ma in fondo serio, sensibile e coraggioso: questo era Giuseppe.

Sensibilità e coraggio: queste splendide doti ha dimostrato fino a quel giorno fatale in cui, dopo aver deciso prudentemente di lasciane la spiaggia e tornare insieme agli amici a casa perché il mare era minaccioso e non era il caso di fare il bagno, tuttavia non esitò a lanciarsi fra le onde inferocite per correre in aiuto di chi lo chiedeva e che non sopportava di vedere morire per non aver fatto niente per lui, il suo prossimo.

Non si è lasciato fermare dagli amici che volevano dissuaderlo, né dalla sua fidanzata che cercava di trattenerlo spaventata dalla furia del mare; una forza più forte di ogni altra lo spingeva ad andare, ad accorrere mentre assicurava di stare tranquilli, che lo avrebbe salvato ma che non si poteva certo perdere tempo.

E cosi per amore della vita, per salvare la vita ad un suo simile, Giuseppe non è rimasto a guardare, ma si è mosso.

Ha lasciato un grande esempio di solidarietà più prezioso dell’oro.

Come l’urlo del mare di quel giorno possa esso sempre risuonare nelle coscienze e dare i suoi frutti per il bene della società.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.