Questione di Stile…

di Antonio Passantino

È passata l’Epifania, e come ogni anno tutte le feste se l’è portate via…

Ma l’amarezza per il comportamento delle istituzioni comunali nei confronti della Musica di Ciminna resta.

Pertanto credo che siano necessarie alcune precisazioni, per dare all’oggettività dei fatti la giusta collocazione in un’ipotetica scala valoriale, e legittima visibilità, trattandosi di fatti aventi valenza pubblica in quanto riguardanti rapporti (non scambi) epistolari ufficiali intercorsi – purtroppo unilateralmente – tra la Banda musicale e il Comune di Ciminna.

È giusto che si sappia (ma sono atti pubblici quindi consultabili) che già dai primissimi di novembre, l’Acam G. Verdi, in vista delle festività natalizie, aveva presentato per iscritto al Comune di Ciminna dei progetti musicali che prevedevano:
· la riproposizione dei ‘Babbi Natale-musicanti’ itineranti, che negli anni passati, la mattina di Natale, avevano riscosso tanto consenso tra i grandi e tanta gioia tra i piccoli;
· le tradizionali Novene da eseguire nei vari quartieri del paese, che tanto fanno ‘Natale’ a Ciminna, e che purtroppo rischiano di scomparire.
· il trentennale – e quindi ormai anch’esso tradizionale – Concerto di Capodanno, che con allegria, ogni I° gennaio, proietta i ciminnesi ad affrontare con leggerezza e fiducia «L’ Anno che verrà».

Detto questo bisogna premettere che il Comune di Ciminna per le feste natalizie oramai trascorse, non ha saputo, non ha voluto o non ha trovato i danari per l’istituzione aggregativa culturale più antica di Ciminna, e tra le più antiche d’Italia.

Qualcuno potrebbe chiedersi:
“ma i nostri musicanti sono diventati così venali?”.
La risposta a questa domanda è marchiata nella Storia della Banda di Ciminna;
e siccome i musicanti sono ‘figli’ di Ciminna, i veri ciminnesi conoscono benissimo il DNA del proprio patrimonio genetico.

Ne consegue che l’amarezza della Banda di Ciminna, non nasce dalla constatazione che nessuna delle sue proposte musicali sia stata finanziata, ma scaturisce dal fatto che da parte delle istituzioni comunali (democraticamente libere di assecondare le proprie priorità nonché le proprie preferenze) a queste non sia stato dato riscontro, ne formale ne informale;
L’accoglimento o il diniego delle stesse – per la gloriosa Banda di Ciminna – erano, sono e saranno sempre di secondaria importanza.

Forse è superfluo sottolineare, ma è bene ribadirlo, che il collante dei “ragazzi” della Banda di Ciminna è la musica, il rispetto reciproco e la dirittura morale!
Non certamente la pecunia.

In sintesi:
garbo istituzionale o umana creanza imponevano quantomeno una risposta!

Risposta che non è mai arrivata.

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