S. Rosalia nei sogni dei ciminnesi tra storia e leggenda. Il legame tra Ciminna e la “Santuzza”

* di TI CUNTU UN CUNTU – Per non dimenticare, rivolto alle nuove generazioni.

12° PUNTATA


“Una pignata di scorci di vavaluci” – La storia della visione che Girolama La Gattuta ebbe di santa Rosalia; il legame della devozione della “Santuzza” con Ciminna e la leggenda del devoto ciminnese che sognò la Santuzza.

In questa puntata continuerò ad allietarvi con un altro “cuntu” relativo alla storia del rinvenimento delle reliquie di santa Rosalia, grazie a delle visioni della santa che ebbe la ciminnita Girolama La Gattuta, che viveva a Palermo per ragioni di lavoro (faceva la sarta e la ricamatrice). Girolama fu ricoverata all’Ospedale Grande di Palermo a causa della peste e, in seguito alla guarigione, si ammalò di malaria. La santa, nell’ultima visione, le svelò il sito dove erano sepolte le sue spoglie mortali.

Pertanto, dopo un periodo di scavi nella grotta di Monte Pellegrino, finalmente, il 15 Luglio 1624, vennero ritrovate le reliquie di santa Rosalia. Nei mesi successivi, in seguito ad un’altra visione avuta dal cacciatore Matteo Bonello, le reliquie vennero portate in processione per la città di Palermo che, finalmente, venne liberata dalla peste.

Anche Ciminna, grazie all’intercessione della santa, fu liberata dal flagello della peste e, come ringraziamento, i feudatari e il popolo edificarono all’interno della chiesa Madre e nella chiesa di san Giovanni Battista delle cappelle dedicate alla “Santuzza”. Inoltre, fuori dal centro abitato, vicino il convento dei Padri Cappuccini (oggi contrada santa Rosalia) fu costruita una piccola chiesetta in onore della santa.

Proprio su questa chiesa si lega il “cuntu” odierno, una piccola leggenda che vede protagonista un brav’uomo, molto povero, ma devoto al culto della Santuzza.

Quest’ultima, per più di una notte gli venne in sogno. La santa voleva ringraziarlo per la sua devozione attraverso una piccola “truvatura” in denaro. Il devoto, però, non adempì alle prescrizione dettate dalla santa nel sogno e, invece di trovare i soldi, trovò “i scorci ri vavaluci”.Vi allego il video e spero di allietarvi ancora, nelle prossime settimane, con la pubblicazione di altri “cunti” che mi sono stati tramandati da diversi anziani.

Cerchiamo di valorizzare sempre più le nostre tradizioni, la nostra cultura e il nostro dialetto.

Spero che questo “cuntu” sia stato di vostro gradimento e, se vi fa piacere, lasciate gentilmente un “mi piace”.

Buona giornata e alla prossima!

*Rosario Priolo.

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