“Sono vivo per miracolo”, il dramma di Michele, sopravvissuto agli attentati di Bruxelles.

di Agorà Ciminna

Michele Venetico Foto Profilo FacebookLa capitale belga è ancora sotto shock per l’attacco terroristico di ieri mattina. Sono 32 le vittime dei due attacchi distinti,  uno all’aeroporto e l’altro alla metropolitana di Bruxelles, in tre stazioni vicine alla sede della Commissione Ue dove in tutto si contano una ventina di vittime. Due esplosioni all’aeroporto, almeno 10 morti. Centinaia i feriti di quello che si può definire un attacco al cuore dell’Europa, tra di loro vi è Michele Venetico, 21 anni, italiano nato in Belgio da genitori Ciminnesi, da tre anni lavora presso l’aeroporto di Bruxelles.

L’Ansa ha raccolto la sua testimonianza, “sono vivo per miracolo” dice, il suo è un racconto atroce, la sua quotidianità è stata invasa dalla violenza massima, da ieri guarderà il mondo con altri occhi.

Il nostro pensiero è subito andato proprio a lui, sapevamo del suo lavoro all’aeroporto, e il momento più bello della giornata è stato ricevere un suo segnale di vita attraverso Facebook. Michele passa spesso le vacanze in Sicilia, ogni estate ritorna a Ciminna per condividere dei bei momenti con amici e parenti.

E’ in questi momenti che capiamo quanto ci riguardano da vicino fatti che magari si svolgono a centinai di chilometri da casa. Gli attacchi terroristici non sono dei casi isolati che riguardano le singole nazioni, sono attacchi all’occidente e all’Europa in particolare. Dopo Parigi e Bruxelles l’allerta è stata alzata in tutte le grandi città.  Momenti in cui dobbiamo sentirci ancora di più europei, e condividere anche nel dolore le nostre emozioni e le nostre sensazioni. Un fatto che noi giovani generazioni Erasmus possiamo comprendere maggiormente, perché siamo nati e stiamo crescendo con questa mentalità, riconoscendoci sotto un’unica bandiera con dodici stelle dorate sul drappo blu che ci parla di pace.

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« Sullo sfondo blu del cielo del Mondo occidentale, le stelle rappresentano i popoli dell’Europa in un cerchio, simbolo di unità… proprio come i dodici segni dello zodiaco rappresentano l’intero universo, le dodici stelle d’oro rappresentano tutti i popoli d’Europa – compresi quelli che non possono ancora partecipare alla costruzione dell’Europa nell’unità e nella pace. »

(Consiglio d’Europa. Parigi, 7-9 dicembre 1955)

 

Bruxelles: italiano ferito, ‘sono vivo per miracolo’ Giovane impiegato aeroporto, fuggendo calpestavamo corpi

(ANSA) – PALERMO, 22 MAR – “E’ stato orribile. Sono vivo per miracolo”: in lacrime, ancora sotto choc, Michele Venetico, 21 anni, italiano nato in Belgio, e’ tra i feriti dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles. Il ragazzo lavora nello scalo della capitale belga da tre anni. Da uno era stato assegnato alla biglietteria della Swissport. “Abbiamo sentito prima un boato venire da lontano e non abbiamo capito cosa stesse accadendo – dice all’ANSA -. Poco dopo c’e’ stata un’esplosione tremenda all’altezza delle file 4 e 5, vicino alla biglietteria della Delta” “E’ stato l’inferno – racconta – i muri e parte di tetto sono venuti giu’, i vetri sono andati in frantumi. Eravamo terrorizzati. Abbiamo cominciato a urlare, piangere e ci siamo rifugiati nell’ufficio che si trova dietro alla biglietteria che e’ rimasto in piedi”. Michele Venetico e’ stato portato in ospedale per ferite all’orecchio e alla testa e poi dimesso. “I soccorsi sono stati tempestivi – dice – Ci hanno raggruppato tutti insieme anche perche’ non volevamo separarci. Poi i feriti gravi sono stati portati in ospedale, gli altri, prima al Novotel, poi al nosocomio per controlli”. “L’esplosione e’ stata tanto forte – spiega – che ho visto volare via decine di bagagli e un passeggino. Intorno c’era polvere e fumo e mentre cercavamo di scappare calpestavamo corpi a terra”, “Alcuni passeggeri – dice – sono stati portati sulla pista. Chi era vicino alle uscite e’ scappato fuori”. Venetico, padre di Ciminna (Palermo), madre siciliana ma nata in Inghilterra, e’ nato a Bruxelles, con cittadinanza italiana. I suoi sono emigrati in Belgio da 50 anni. Il padre lavora in una tipografia, la madre e’ casalinga e ha una sorella di 28 anni. “Non credo che esista un problema controlli – spiega – L’aeroporto era sorvegliato. Prima dell’esplosione stavo parlando con un militare. E’ pieno di polizia. Questi atti sono imprevedibili. Arrivano e colpiscono e fermarli e’ davvero difficile”. Sul profilo Facebook, Venetico dopo gli attentati a Parigi ha postato una sua foto con lo sfondo della bandiera francese in segno di solidarieta’ alla vittime del terrorismo. (ANSA).

Bruxelles: nonna ferito, mio nipote ancora sotto choc Michele Venetico lavoro all’aeroporto. Dimesso dall’ospedale

(ANSA) – PALERMO, 22 MAR – “Ho appena parlato con mio nipote Michele. Non sapevo nulla perche’ non guardo la tv. E’ stato lui a dirmi che sta bene. Era sotto choc. Mi ha detto che ha visto la morte con gli occhi e che sono decedute molte persone”. Cosi’ Giuseppa Bonanno, che vive a Ciminna (Palermo), racconta la telefonata col nipote Michele Venetico, tra gli italiani feriti nell’attentato all’aeroporto di Bruxelles. Il giovane lavora nello scalo belga. “Mio figlio Salvatore – spiega la nonna del ferito – e la sua famiglia sono emigrati in Belgio da 50 anni”. “Ora Michele – conclude – e’ a casa coi suoi. L’hanno dimesso dall’ospedale”.

Al nostro amico Michele facciamo i nostri più sinceri auguri, possa sentire da lontano il caloroso abbraccio di noi amici e dei suoi parenti di Ciminna, sappiamo che in questo momento gli passeranno mille cose per la testa, ma noi lo aspettiamo ancora qui a Ciminna per ridere in faccia alla vita, quella vita che ieri si è guadagnato per la seconda volta.

Auguri Michele! 

One Reply to ““Sono vivo per miracolo”, il dramma di Michele, sopravvissuto agli attentati di Bruxelles.”

  1. Partecipo agli auguri per Michele Venetico a cui probabilmente mi unisce un legame di parentela essendo anch’io Venetico per parte materna. Un pensiero va anche ai miei cugini e a tutti i ciminnesi che stanno da quelle parti con la speranza che non abbiano subito troppi disagi a causa di questi tragici avvenimenti. Lasciare i luoghi di origine in cerca di un futuro migliore è una scelta dolorosa che hanno dovuto fare molti Ciminnesi e tantissimi altri abitanti del nostro pianeta.

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