di Agorà Ciminna E’ tutto pronto per l’edizione 2022 del Rural Day che si terrà a Ciminna dal 16 al 18 dicembre. Di seguito il programma della manifestazione nel dettaglio. Si tratta di tre giorni ricchi di eventi, spettacoli, talk e cooking show. Nella caratterista cornice dei mercatini di Natale, a fare da protagonisti saranno i due prodotti simbolo della gastronomia locale: il Cuddiruni e la ‘Nfriulata. Vi aspettiamo a Ciminna.
Sabato 17 dicembre alle ore 16,00 presso il Polo Museale ex Ospedale Santo Spirito Corso Umberto I – Ciminna (PA) verrà inaugurata la IV Biennale d’Arte di Ciminna dal titolo BellezzArtEstetica. La mostra curata da Vito Mauro è dedicata in memoria di un grande Maestro Francesco Montemaggiore (Palermo 1940 – 2020) e vi espongono 40 artisti: Antonella Affronti – Giacinto Alesi – Angelo Amato – Anna Balsamo – Gaetano Barbarotto – Liana Barbato – Marisa Battaglia – Giovanni Calamia in…
*di TI CUNTU UN CUNTU – Per non dimenticare, rivolto alle nuove generazioni 27° PUNTATA LA STATUA DELL’IMMACOLATA DI CIMINNA REALIZZATA DA ANTONIO BARCELLONA NEL 1781 SU COMMISSIONE DEI PADRI FRANCESCANI DEL CONVENTO DI CIMINNA In questa puntata del video, vi voglio raccontare della realizzazione della bellissima statua di Maria SS.Immacolata scolpita in legno policromo da Antonino Barcellona nel 1781, commissionata dai Padri del Convento dei Francescani di Ciminna . Una delle più belle statue raffiguranti la Madonna che si…
di BCSICILIA Demolito un pregevolissimo ponte di origine medievale nel territorio tra i comuni di Mezzojuso e Ciminna, in provincia di Palermo. L’antica architettura, denominata Ponte Garziolo, risalente al XIV sec., che permetteva di oltrepassare il torrente Azziriolo è stata distrutta nell’ambito dei lavori di ammodernamento della strada statale Palermo-Agrigento. Il Ponte aveva un’unica arcata in pietra da taglio e una forma originaria a c.d. “schiena d’asino”, successivamente modificata tra la fine del XVIII sec. e gli inizi del XIX…
di Agorà Ciminna Oggi il regista italo-americano Martin Scorsese spegne ottanta candeline. Nato a New York il 17 Novembre 1942 da immigrati siciliani. I nonni del regista, sia paterni che materni, erano entrambi originari dalla Provincia di Palermo. E rispettivamente da Polizzi Generosa e dalla nostra Ciminna che negli anni ’90 gli ha consegnato la cittadinanza onoraria. E’ inutile ricordare che il nostro Scorsese è considerato uno dei maggiori e più importanti registi della storia del cinema. Nel giorno del suo…
Vito Graziano, in Canti e Leggende, Usi e Costumi di Ciminna, a p. 100, a proposito dei confrati del SS. Sacramento dice: “il distintivo consiste in un camice bianco stretto ai lombi da un cordone rosso detto cingolo, mantelletta rossa, cappuccio bianco con visiera a buchi e una placca a sinistra del petto con l’effigie del SS. Sacramento”.
Sembra strano, ma il termine che siamo soliti utilizzare per chiamare il confrate così vestito non viene riportato dal Graziano, che non scrive mai “babbuto” al singolare né al plurale “babbuti”.
Ebbene la simbologia legata a questo particolare vestiario è andata pian piano a finire nel dimenticatoio e così pure l’etimologia e quindi il significato del termine “babbuto”.
La parola “babbuto” affonda le sue radici nel greco antico “pappos” e poi nel latino classico “pappus”, che è anche personaggio dell’Atellana e rappresenta il vecchio sciocco.
È molto interessante notare che i confrati delle svariate confraternite campane, in occasione del Venerdì Santo, si agghindano in maniera simile ai nostri “babbuti” e vengono chiamati “paputi”. Allego link: http://www.ilportaledelsud.org/sarno_2.htm
E dunque cosa significa babbuto o paputo?
Riporto di seguito la definizione di “paputo” che danno alcuni dizionari del dialetto napoletano e di conseguenza della variante nostrana “babbuto”:
Vocabolario delle parole del dialetto napoletano che piu si discostano dal dialetto toscano di Ferdinando Giuliani 1789, tomo primo, p. 15.
Paputo: fantasma, figura coperta di strano vestimento di panni. Deriva forse da “papa” per le rappresentazioni che di esso talvolta con istrane fogge di vestimenti i fanciulli fanno, ovviamente della parola greca pappos trasportata dai Latini in pappus, che dinota “vecchio”, perché i vecchi vestendo alla antica maniera, sembrano vestire stranamente.
Vocabolario napoletano-toscano domestico di arti e mestieri, di R. D’Ambra, Napoli 1873, p. 277
Paputo: nome dato dal popolo a gnomi, folletti, per acchetare i bimbi inquieti, come in questi primi versi di ninna nanna che cantano le madri addormentando i loro figlioletti. “Ninna nanna, ca vene Paputo: oh, ho. “– 2. Nome assegnato parimenti al demonio, ed anche all’Inferno.
“Babbuto” perciò è variante della parola napoletana “paputo” e deriva a sua volta dal greco pappos, che vuol dire “vecchio” e dal latino pappus con lo stesso significato.
Un’usanza medievale, che sa di penitenza ed espiazione.
Le anime dei confrati vestiti come dei vecchi sono vecchie esse stesse e hanno bisogno di rinascere ed essere rinnovate dal Corpo di Cristo, del quale essi si portano addosso simbolicamente i tratti: la mantella rossa potrebbe essere simbolo del martirio (si pensi alla statua dell’Ecce homo), i colori bianco e rosso rappresenterebbero rispettivamente il corpo e il sangue di Cristo. Simboli che andrebbero approfonditi.