Sei arresti per infiltrazione mafiosa nella realizzazione dei parchi eolici e il parco fotovoltaico di Ciminna

da AgrigentoNotizie

Il latitante Matteo Messina Denaro

La latitanza di Messina Denaro sostenuta con i parchi eolici dell’Agrigentino

L’operazione “Mandamento”, conclusa oggi con l’arresto di sei presunti affiliati di Cosa nostra, ha smantellato un vasto giro di estorsione e corruzione finalizzata al sostentamento del latitante.

Sarebbero i progetti di realizzazione dei parchi eolici di “San Calogero” di Sciacca, “Eufemia” di Santa Margherita Belice e Contessa Entellina; “Mapi”, di Castelvetrano e Montevago e l’impianto fotovoltaico di Ciminna a fornire i proventi per provvedere alle esigenze di sostentamento del latitante Matteo Messina Denaro.

Gli arrestati dell’operazione “Mandamento” sono Salvatore Angelo, 63 anni; Gaspare Casciolo, 77 anni; Salvatore Pizzo, 45 anni; Paolo Rabito, 45 anni; Santo Sacco, 51 anni e Gioacchino Villa, 48 anni.
È stato accertato come l’organizzazione fosse in grado di monitorare le opere di maggiore rilevanza sul territorio, mediante il sostegno dell’allora consigliere comunale di Castelvetrano Santo Sacco, intervenendo nella loro esecuzione attraverso una fitta rete di società controllate dall’imprenditore Salvatore Angelo.
L’infiltrazione nel settore delle energie alternative, favorita pertanto da rapporti collusivi con esponenti di rilievo dell’imprenditoria e dell’amministrazione pubblica, ha abbracciato diversificati ambiti di intervento, spaziando dal controllo delle imprese deputate allo sviluppo degli impianti di energia eolica a quello relativo alla realizzazione e produzione di energia solare, fino ad evidenziare l’interesse di cosa nostra per le cosiddette “biomasse”.
Il ruolo di Angelo era quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle attività venisse destinata all’associazione mafiosa e segnatamente al latitante Messina Denaro.
L’attività ha documentato come la struttura criminale fosse riuscita ad inserirsi nei lavori di costruzione delle opere, tramite l’affidamento diretto alle imprese di Salvatore Angelo nonché attraverso: la parallela pressione criminale dell’organizzazione, testimoniata da numerosi episodi intimidatori ai danni di imprese concorrenti e da una sistematica attività estorsiva nei confronti di operatori economici di settore; l’esautoramento della società dell’imprenditore Melchiorre Saladino da un progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzare in provincia di Catania, concordato da Sacco con l’esponente mafioso di Castelvetrano Paolo Forte, personaggio inserito nella rete di relazioni del capomafia latitante, tanto da avergli fornito, nella fase iniziale della latitanza, la propria carta d’identità.
Oltre agli interessi nel campo dell’energie rinnovabili, le indagini hanno accertato la dazione di denaro richiesta da Sacco, allorquando era consigliere comunale, per favorire l’approvazione della convenzione che il Comune di Castelvetrano avrebbe dovuto stipulare con una società interessata alla realizzazione di un parco eolico; l’esistenza di un progetto, attivamente sostenuto da Santo Sacco e Paolo Forte, di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprietà di Rosalia Messina Denaro, moglie dell’associato mafioso Filippo Guttadauro e sorella del ricercato trapanese; l’assistenza economica fornita ai detenuti ed alla loro famiglie nonché ai sodali ritornati in libertà dopo lunghi periodi di detenzione; il collegamento operativo realizzato da Salvatore Angelo con Cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro Lo Piccolo (all’epoca latitanti) finalizzati all’attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati; il trasferimento fraudolento delle quote della società “Ecolsicula” alla “Spallino Servizi”, intestate a prestanome ed in realtà nella disponibilità del detenuto Antonino Nastasi, organico alla famiglia mafiosa di Castelvetrano ed indicato dai collaboratori di giustizia quale anello della catena di messaggistica che in passato avrebbe curato il recapito dei messaggi a Messina Denaro.
In tale ultimo ambito è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, delle quote delle società “Salemitana calcestruzzi”, con sede a Salemi, facente capo a Salvatore Angelo, e della “Spallino servizi”, con sede a Castelvetrano, nelle disponibilità di Antonino Nastasi.

3 Replies to “Sei arresti per infiltrazione mafiosa nella realizzazione dei parchi eolici e il parco fotovoltaico di Ciminna”

    1. Di vil ciliccio mi parean coperti,
      e l’un sofferia l’altro con la spalla,
      e tutti da la ripa eran sofferti…

      “…Savia non fui, avvegna che Sapìa
      fossi chiamata, e fui de li altrui danni
      più lieta assai che di ventura mia…”

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