Esodi, fughe e caccia agli untori.

di Morena Gramasi

Per sconfiggere la pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero sono stati imposti divieti e limitazioni finalizzati a proteggerci il più possibile dal contagio da Covid-19.

Lo stato e le Regioni si sono prodigati fin da subito per ridurre all’essenziale i trasporti.

Ci si può allontanare o recarsi presso il proprio domicilio esclusivamente per comprovati motivi di necessità. Ormai ci siamo quasi abituati a sentir risuonare nelle nostre case queste parole: comprovati motivi di necessità. Ma ci siamo chiesti davvero che significhi necessità? Molti direbbero che per necessità si intende l’acquisto di beni primari, dunque, oserei dire alimentari e farmaci. E  fin qui il mondo intero si troverebbe d’accordo.

Ma per necessità si intende anche la possibilità di raggiungere il proprio posto di lavoro, e, non tutti, possiedono la possibilità di avere l’ufficio o la fabbrica a dieci minuti da casa. Specialmente in un momento storico come quello attuale, ci troviamo in una società costituita da “pendolari”. Individui che per necessità si spostano da una città all’altra per garantire il fabbisogno delle proprie famiglie.

Quando urliamo al mondo la nostra rabbia nei confronti di chi ha raggiunto o lasciato “casa” nelle ultime settimane, ci chiediamo, invece, quale sia stato il motivo che abbia spinto queste persone ad esporsi a tale rischio?

In italia ad oggi contiamo circa 60 milioni di abitanti, di cui il 35% è costretto a spostarsi per motivi lavorativi e circa il 15% a causa dello studio. Eliminando immediatamente dal conteggio tutti coloro che sono impegnati in iter universitari fuori sede, rimane un enorme spaccato di società costretto a spostarsi per comprovati motivi di necessità nonostante le ultime restrizioni in merito agli spostamenti e ai trasporti. Per non parlare invece di chi, a causa del Covid19, ha perso il lavoro. Perché la crisi già in atto non ha permesso ai privati di continuare a pagare i propri dipendenti… Quindi immaginiamo che vostro cugino che vive a Milano, abbia improvvisamente perso il lavoro e non sia più in grado di potersi permettere un affitto, cosa pensate che faccia? O quante possibilità e alternative pensate riesca a trovare? Molto probabilmente deciderà di tornare a casa e non per mangiare la pasta al forno la domenica in casa, con mamma e papà, ma per necessità.

Attualmente in italia sono stati chiusi gli istituti di formazione, compresi quelli militari, in cui si contano migliaia di persone che si trovano nello condizione di “accasermamento”, ovvero alloggiano presso le caserme di appartenenza. Parliamo di svariate migliaia di persone che sono state costrette a viaggiare, ad affrontare lunghissimi viaggi, proteggendo se stessi e gli altri con ogni mezzo a loro disposizione. Difficilmente si affrontano viaggi del genere a cuor leggero.

D’altra parte però ci troviamo di fronte ad un altro fenomeno estremamente allarmante: l’esodo incosciente di chi, non per necessità, decide di abbandonare la propria abitazione e scappare giù a casa, noncurante delle conseguenze. A dimostrazione di ciò ci sarebbero decine di casi da elencare che riguardano contagi dovuti alla mancanza totale di rispetto per se stessi e per il prossimo. A tal proposito bisognerebbe interrogarsi anche su altri quesiti nondimeno importanti. Siamo sicuri che gli “untori” vengano da lontano? O stiamo sollevando soltanto l’ennesima caccia alla ricerca del capro espiatorio, così da poter sfogare su di esso tutta la nostra rabbia e la nostra insicurezza nei confronti di un nemico che non conosciamo e che non siamo in grado di contrastare? Probabilmente dovremmo manifestare lo stesso pathos e la stessa grinta nell’affrontare la nostra quotidianità, dentro le nostre case. Il senso civico dovremmo dimostrarlo sempre e costantemente. Gli “untori” non vengono soltanto da città lontane, spesso abitano le nostre case e quotidianamente affollano le nostre strade, utilizzando la scusa di aver dimenticato le sigarette o di non avere abbastanza farina in casa. Sarà forse l’esodo dalle nostre case verso l’ipermercato più vicino, anche queste un nemico pericoloso? Impariamo ad essere Individui responsabili e consapevoli. Ovunque ci troviamo. Ovunque decidiamo di andare.

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